Il consorzio industriale sembra avere i giorni contati. Dopo la buriana sul debito di oltre sette milioni per la depurazione, dopo il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio e corruzione per quattro tra nuovi e vecchi amministratori, ora il consorzio industriale si prepara ad affrontare un’altra tempesta. In pochi se ne sono accorti (o probabilmente hanno fatto finta di di non saperlo) ma nella proposta di legge regionale che dovrà essere approvata dal consiglio, all’articolo 2 si sancisce di fatto il commissariamento dell’ente. E’ infatti scritto testualmente che «alla scadenza del consiglio generale in carica, la giunta regionale nomina un commissario straordinario che esercita le attribuzioni degli organi del consorzio fino alla loro ricostituzione. Il commissario inoltre provvede ad adottare entro quattro mesi dalla nomina le modifiche statutarie nonchè il piano industriale e provvede alla ricostituzione degli organi del consorzio. Il commissario provvede alla ricostituzione degli organi del consorzio entro 120 giorni dall’approvazione delle modifiche statutarie da parte della giunta regionale». Insomma se la proposta di legge dovesse essere approvata senza emendamenti si annuncia un lungo commissariamento dell’ente. La proposta di legge prevede la drastica riduzione da undici a cinque dei componenti del comitato direttivo, pur senza compromettere la funzionalità dell’ente, dovrebbe consentire una riduzione di spesa stimabile in 98.000 euro annui. Analogamente con la riduzione dei componenti del consiglio generale si dovrebbe avere un risparmio di spesa di almeno il quaranta percento (la spesa nel 2007 è stata di 28.500 euro). Con la proposta di legge, seppure in forma… transitoria, la Regione Marche commissaria il consorzio industriale in via “istituzionale” e non perchè sono state accertare irregolarità amministrative.
«Le interferenze politiche e l’assenza di controllo nel tempo da parte degli organi preposti hanno portato alla gestione fallimentare che tutti conosciamo senza alcun ausilio reale ai bisogni delle imprese» accusa il consigliere regionale di Forza Italia, Vittorio Santori.
«Così come è illogico radere al suolo la casa solo perché gli inquilini che vi abitano non pagano il canone appare controproducente eliminare una struttura esistente, ancora oggi utilizzabile, solo perché mal gestita dalla politica. Ciò posto, è altrettanto evidente che non possiamo pensare di far finta che nulla sia accaduto e continuare a gestire il Consorzio con personaggi politici non esperti del settore. Nessuna credibilità infatti potrà avere una nuova gestione se non vengono preliminarmente accertate le responsabilità amministrative e con esse le cause che hanno determinato le gravi perdite economiche e le disfunzioni della struttura. Vano è risultato il mio tentativo volto ad istituire una Commissione d’indagine per fare chiarezza sugli errori e sulle illegittimità commesse in modo da evitare che in futuro i responsabili potessero continuare ad operare indisturbati. E proprio questo è il pericolo che si sta profilando visto che l’ipotesi di commissariamento dell’Ente sarebbe un palliativo nell’ipotesi di affidamento dell’incarico allo stesso presidente e non ad un professionista esterno ed imparziale». (Fonte: Corriere Adriatico – Autore: Mario Paci)