di Alberto Premici
Puigdemont: “Non siamo pazzi, non siamo golpisti, vogliamo solo poter votare”.
BARCELLONA – Dopo un’attesa febbrile durata tutto il giorno ed il ritardo di un’ora rispetto all’orario fissato (18:00), finalmente alle 19.15 si è tenuto l’importante discorso del presidente della Generalitat, Carles Puigdemont al parlamento regionale, durante il quale, dopo aver riepilogato i recenti fatti, ha dichiarato che l’indipendenza della Catalogna, in virtu’ dell’esito del referendum del 1° ottobre 2017, sarà sancita dopo un necessario periodo di dialogo e confronto con Madrid.
Il livello del duro braccio di ferro tra Catalogna e governo centrale di Madrid, che dura da settimane, era arrivato al culmine. Durissime le parole del premier, Mariano Rajoy, che ieri ha dichiarato “una reazione forte dello Stato” se Puigdemont dichiarerà l’indipendenza. “Impediremo che la Catalogna si separi”. Alcune fonti addirittura, come il quotidiano La Razon, sono certi che sarebbe già pronto l’ordine d’arresto per il presidente catalano Puigdemont, nel caso di dichiarazione unilaterale d’indipendenza.
Alcuni osservatori fanno notare che il ritardo di un’ora del discorso previsto per le 18,00, sia dovuto alla febbrile attività dei mediatori internazionali, tra i quali ci sarebbe anche il Vaticano, che in Spagna ha enorme influenza. Rajoy ha replicato con forza che “non ci sarà nessuna mediazione da parte loro”. La Francia ha già dichiarato che non riconoscerà mai la Catalogna come stato sovrano.
La tensione odierna a Barcellona è alle stelle costringendo le forze di polizia ad adottare misure di sicurezza preventive straordinarie, soprattutto nell’area circostante il parlamento, dove i movimenti indipendentisti catalani si sono dati appuntamento e stanno affluendo in massa da ore. Nei giorni scorsi il ministero della Difesa spagnolo ha ordinato l’invio in Catalogna di unità dell’esercito, per fornire supporto logistico alla Guardia Civil e alla Polizia nazionale. Intanto oggi la borsa di Madrid ha perso 1,00%, probabilmente per i timori del mercato, dopo le dichiarazioni delle principali banche catalane, decise a spostare le loro sedi se l’autonomia della regione divenisse realtà.
Le reazioni internazionali: il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha espresso una posizione contraria al referendum, il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha ribadito la posizione ufficiale secondo la quale il risultato del referendum verrà riconosciuto solo se approvato dal Parlamento spagnolo e dalla Corte Costituzionale, mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato che “il governo tedesco ha un grande interesse che la Spagna mantenga la sua stabilità ed è importante che tutti i livelli istituzionali rispettino la legge e naturalmente la Costituzione spagnola”.