Si è svolto con una buona presenza di pubblico interessato e partecipe l’edizione ascolana di “ARTE E(’) SCIENZA” che ha visto la creazione di un network di iniziative che sul territorio nazionale promuovono il gemellaggio fra Arte e Scienza per la diffusione della conoscenza (http://www.associazioneaiar.com) a cura dell’Associazione Italiana di Archeometria.
Il seminario – info su www.apfm.it – ha inteso puntare i riflettori sul contributo della scienza e della tecnologia per la salvaguardia del patrimonio artistico del centro Italia duramente colpito dal sisma ed è stato organizzato dal neo-costituito gruppo “Restauro” della Confartigianato AP-FM, dall’UNICAM – A. R. T. & Co. – AIAr, Musei Civici e Comune di Ascoli Piceno (che ha concesso il patrocinio), oltre ad aver ottenuto il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare).
In apertura dei lavori, Natascia Troli, ha espresso l’entusiasmo della Confartigianato nell’appoggiare e sostenere le iniziative dello spin-off Unicam, in più “Ascoli Piceno oggi spicca – ha proseguito la Troli – nel panorama nazionale nell’ambito della 4° edizione di Arte è Scienza”.
Il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli ha espresso vivissimo apprezzamento per l’evento che è organizzato da diagnosti amici della città di Ascoli Piceno dove l’innovazione è più presente di quanto si creda, mentre Gino Sabatini, Presidente della Camera di Commercio di Ascoli Piceno ha ricordato lo stretto rapporto che lega l’ente camerale con Unicam e la facoltà di Diagnostica di Ascoli Piceno già dall’epoca del restauro della sede ascolana; si è anche reso disponibile, come già avvenuto per l’acquisto di macchinari di primo livello per la facoltà di Architettura, per ogni altra necessità in favore della tutela del patrimonio culturale di questa nostra città.
Dopo i saluti sono state avviate le relazioni tecniche, affidate alla prof.ssa Graziella Roselli, docente di Diagnostica Chimica per i Beni Culturali – CdL in Tecnologie e Diagnostica per la Conservazione ed il Restauro – Università di Camerino: sono fondamentali le collaborazioni con altri enti ed istituti nazionali e internazionali; la sinergia utile porta a nuove scoperte e nuovi materiali che possono trovare applicazione nella conservazione dei beni culturali. É importante mettere a sistema, grazie alle tecnologie digitali, le informazioni sui beni culturali anche nell’ambito delle attività di conservazione nel post terremoto; la tecnologia digitale ci permetterà anche di trasmettere alle future generazioni la nostra memori; tra le proposte avanzate la Roselli ha lanciato l’idea della creazione di “un openlab qui ad Ascoli Piceno, una città che può e deve farlo: un laboratorio aperto, dove il learning by open (imparare nel fare) sia la filosofia di fondo per accogliere visitatori e ricercatori in uno spazio sempre aperto. Insegniamo lì come si fanno le cose”. La Roselli ha, inoltre, accennato anche al progetto Cerher, un’idea per la resilienza delle città d’arte per tutelarle dalle catastrofi naturali, oltre alla partecipazione a bandi europei, attività questa che vede Unicam impegnata in un progetto pilota che ha aggregato soggetti nazionali ed europei di alto profilo.
Il dott. Giuseppe Di Girolami, diagnosta nonché presidente di A. R. T. & Co. Srl, spin-off Unicam, ha illustrato le potenzialità del laboratorio presente ad Ascoli Piceno in cui da alcuni anni si effettuano le analisi di diagnostica sui beni culturali. Queste tecniche, non invasive sulle opere oggetto di ricerca come macro-fotografia, indagini spettrografiche si sono rivelate molto utili per comprendere dinamiche e danni subiti dal nostro patrimonio culturale e che saranno la base di partenza per ogni intervento di carattere conservativo o di restauro. “Macchinari e strumenti auto-prodotti – ha proseguito Di Girolami – per il monitoraggio continuo in musei e pinacoteche, oggi sono alla portata anche di piccole realtà museali perché rigorosamente lowcost: sono tecnologie affidabili che hanno tutte le potenzialità per essere esportate ed applicate nelle strutture museali provinciali e a livello regionale”.
In chiusura il prof. Stefano Papetti, direttore Musei Civici di Ascoli Piceno, docente di Museologia e Restauro presso l’Università di Camerino, ha avviato una riflessione sulla filosofia che anima da alcuni decenni la tutela delle opere d’arte. L’alluvione di Firenze del 1966 segnò uno spartiacque importante, da quell’episodio nacque l’idea di affidare le opere oggetto di interventi di restauro ad una moltitudine di discipline che comprendano il restauratore, lo storico dell’arte, il diagnosta: un approccio, dunque multidisciplinare. Inoltre, il prof. Papetti ha reso note le ultime scoperte della diagnostica sulle maggiori opere oggetto delle recenti mostre organizzate ad Ascoli Piceno. (red)