Aspetti dimensionali spesso di dubbia interpretazione, definizioni ambigue, volumi interrati, fuori terra, altezze, pareti perimetrali. Un glossario edilizio che spesso si presta a diverse interpretazioni e altrettanto spesso incide sulla speditezza delle attività e conduce a errori.
A tutto questo prova a porre rimedio la proposta di legge in materia edilizia, approvata dal Consiglio regionale ad ampia maggioranza (contrarietà da parte dei consiglieri del M5S).
Attraverso la legge regionale si cerca di giungere ad una corretta ed uniforme linea interpretativa sulle definizioni dimensionali, fornendo ai Comuni, fino alla fase dell’approvazione dei nuovi Piani regolatori generali, le indicazioni tecniche di dettaglio. Inoltre, la legge incide anche sulla norma di riordino e semplificazione della normativa regionale in materia edilizia (n.17/2015) al fine di renderla coerente con le più recenti disposizioni statali in materia.
Nella relazione introduttiva di maggioranza, il consigliere Andrea Biancani (Pd) ha riferito di “42 definizioni tecniche al centro dell’intervento normativo al fine di giungere all’uniformità interpretativa”.
“Una legge – ha aggiunto – nata dopo un attento ed approfondito lavoro di confronto”. Per il consigliere di minoranza, Luigi Zura Puntaroni (Lega nord) si tratta di una legge che ha tenuto conto del contributo di tutte le categorie professionali. “Peccato – ha detto Zura Puntaroni – che non si possa dare piena funzionalità al Piano casa, in particolar modo per le aree colpite dal sisma”. Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Jessica Marcozzi (FI), Peppino Giorgini (M5S), Luca Marconi (Udc), Sandro Bisonni (Misto), Piero Celani (FI). (red)