di Alberto Premici.
Il presidente del Collegio dei Geometri di Ascoli Piceno, Leo Crocetti, dopo l’allarme lanciato nel dicembre scorso su tempi e modalità della ricostruzione post-sisma, torna sull’argomento con una dura nota, puntando il dito soprattutto sulla burocrazia relativa alle procedure delle pratiche edilizie.
“La burocrazia sta ancora bloccando tutta la ricostruzione post-sisma, a quasi 3 anni dal terremoto. O qui si snelliscono pratiche e procedure, con personale e tempi certi, oppure passeranno ancora 8-10 anni prima che si arrivi alla fine. E nel frattempo migliaia di sfollati dovranno restare per chissà quanti altri inverni ancora, nelle casette in montagna e al freddo.
Siamo veramente disorientati per quello che sta accadendo, e ciò nonostante le tante promesse e gli annunci fatti dalla politica e dalle istituzioni. E’ possibile che dopo tutto questo tempo, con le risorse che ci sono e con 74 ordinanze commissariali firmate, si sia ancora fermi a questa situazione critica?.
Al maggio del 2019 gli Uffici speciali per la ricostruzione che operano in tutto il cratere del centro Italia, impiegano solo 300 addetti, mentre noi ne avevamo chiesto almeno il raddoppio. Ma il nuovo personale per valutare i progetti non è stato assunto. Le ordinanze – continua Crocetti – di cui solo 4 adottate dal nuovo Commissario Farabollini (che deve però essere messo in condizioni di lavorare..). spesso sono incomprensibili, come la n.62 che elenca tutta una serie di misure da abrogare contenute in precedenti ordinanze. E complessivamente nelle Marche il rapporto tra i decreti e le pratiche presentati agli Usr per danni lievi è del 45%, per gli immobili produttivi del 17% e addirittura di solo il 10% per gli edifici con danni pesanti.
La responsabilità a monte di questo scenario sconfortante – continua la nota – è del modello emiliano che si è adottato all’inizio con il Commissario Errani, e per un territorio montano e difficile del tutto diverso da quello padano pianeggiante e attrezzato.
Detto dell’aumento del personale degli Uffici, sarebbe per esempio il caso di mettere in capo ai tecnici che devono valutare i danni e redigere i progetti per i privati, la responsabilità del certificato di conformità edilizia dei fabbricati senza aspettare il parere dei Comuni, altrimenti si va alle calende greche per tutto. Alcune misure prese poi da Farabollini sono state utili, ma bisogna fare di più.”
Sono 1254 le pratiche protocollate all’ufficio ricostruzione per la provincia di Ascoli Piceno, riferite al mese in corso. Di queste 278 riguardano danni pesanti. In 37 casi si tratta di immobili produttivi e 876 riguardano danni lievi su edifici privati e 63 pubblici.