di Mario Narcisi (*) – Nonostante le prese di posizione dell’Assemblea dell’Unione del Partito Democratico della Città di S.Benedetto del Tronto verso “il caso Agostini”, per alcune dichiarazioni imprecise rilasciate alla Stampa dallo stesso Responsabile della Sanità nel PD regionale sul futuro dei due attuali Ospedali Piceni e in particolare dell’Ospedale sambenedettese ( “…che sarà utilizzato per Consultori, Diagnostica, RSA e spazi per l’Hospice ”), si continuano a portare avanti i lavori per l’allestimento dell’Hospice dentro l’Ospedale malgrado esso sia, per istituzione, una Struttura residenziale extraospedaliera.
Evidentemente l’intervento del PD locale nasce dalla preoccupazione che l’Ospedale cittadino perda la sua funzione di Ospedale per Acuti , affamato di posti letto, e istituire l’Hospice dentro l’Ospedale equivale a contribuire al suo smantellamento ; sostenitore di questa operazione, ironia della sorte, è il Consigliere regionale , rappresentante locale del PD, Fabio Urbinati , che minacciava di procurato allarme chiunque se ne fosse reso responsabile o avesse diffuso notizie infondate sul suo smantellamento.
Purtroppo questo destino si sta traducendo in realtà ancora prima che si realizzi il nuovo Ospedale di 1° livello, unico di AV5, che la Regione vuole fare a Spinetoli ma che la Legge vuole sulla Costa. Tanto è vero che, in attesa del nuovo Ospedale, la recente DGR n.81 del 28-1-2019 ha proposto la riconversione dei due Nosocomi, già presenti nella AV5,” in Strutture territoriali per la garanzia della Continuità Assistenziale”, ovvero come quello che diceva l’on. Agostini.
E’ intollerabile vedere questa situazione e assistere a queste contrapposizioni. La Città di S. Benedetto del Tronto non può vivere sull’equivoco e sulla ambiguità.
Tutte queste notizie e smentite riguardanti il futuro ospedaliero del nostro territorio, che in questi giorni sono rimbalzate sulla Stampa, hanno creato tanto sconcerto tra la popolazione e quando la verità non viene divulgata con chiarezza, quando la razionalità viene offesa, si crea tanta diffidenza verso le Istituzioni e verso chi le rappresenta.
Anche il Presidente Ceriscioli contribuisce a fare confusione con dichiarazioni imprecise e fuorvianti , rilasciate alcuni giorni fa, ribadendo la permanenza “nelle due comunità di Ascoli e S.Benedetto di un Presidio che lavori nel campo della salute e dia risposte qualificate a quelle urgenze dei codici bianchi e verdi “e per gli altri codici.. sarà disponibile l’Ospedale di Spinetoli.
A parte che nessuna Struttura sanitaria se non un Ospedale riconosciuto per Legge può esercitare il Pronto Soccorso ai vari Codici, ma se fosse come dice il Presidente ( ed altri Politici ), cari concittadini, il Medico del 118 si troverebbe a decidere, in urgenza, se portarvi al Presidio di San Benedetto del Tronto o all’Ospedale di Spinetoli !!!! In bocca al lupo. !!!
Appare quanto mai opportuno, in questo momento, il monito del Consigliere regionale dott.Volpini , Presidente della Commissione sanità ed ex Delegato alla Sanità : “…chi non ha competenze non parli di sanità .”
I numeri dei ricoveri e degli interventi chirurgici dati alla Stampa recentemente dal Consigliere Regionale Urbinati , assolutamente incontestabili, a dimostrazione della mantenuta potenzialità di un tempo e del non avvenuto smantellamento dell’Ospedale “Madonna del Soccorso”, sono dati che non dimostrano coerentemente l’attività dell’Ospedale, come invece dimostra o prova il Trend negativo dei DRG.
Infatti il Ministero della Salute non giudica con i numeri dei ricoveri o degli interventi ma con i DRG delle prestazioni e della complessità dell’assistenza prestata.
Cosa sono i DRG? I DRG o ROD sono i Raggruppamenti Omogenei di Diagnosi.
A voler esaminare questo parametro , come dimostra il Consigliere Comunale dr. De Vecchis, la situazione dell’Ospedale sambenedettese dal 2005 al 2015 è andata man mano peggiorando ( – 27,09 % ).
Ora, sarà un caso, ma dopo la pubblicazione di questi ultimi dati, il sito regionale sembra sia stato oscurato.
Comunque il numero dei ricoveri e degli interventi, estrapolati dalla diagnosi, non dicono niente. Ogni ricovero è diverso dall’altro. I ricoveri possono essere tanti di poco peso e breve durata o pochi di grande peso e lunga durata.
L’Ospedale non è una fabbrica dove si contano i pezzi ! E’ quindi facile intuire che non è il numero dei ricoveri o degli interventi che ci fa giudicare il mantenimento del livello di assistenza, il potenziamento o lo smantellamento della Struttura ospedaliera.
Lo smantellamento si può compiere anche con il trasferimento di Reparti ,con il sovvertimento strutturale dell’Opera muraria, con la perdita di percorsi organizzativi interni , con il posizionamento dei Primari , specialmente delle Discipline chirurgiche, a cavaliere tra due Ospedali, con l’abolizione della Continuità assistenziale sul Territorio , con la scelta o meno di Figure professionali di riferimento, con la perdita di Primari e Medici di valore che preferiscono trasferirsi in altri Ospedali che hanno più prospettive di sviluppo.
Il malsano e subdolo disegno di ridimensionamento del nostro Ospedale “Madonna del Soccorso” , mai contrastato dai nostri Rappresentanti politici Locali e Regionali, ha preso concretezza con la DGR n.1537 del 31-10-2012, con la quale si ridisegnava la Rete Ospedaliera delle Marche e si individuavano le n.6 Reti Omogenee Assistenziali in modo che ogni Area Vasta avesse una omogenea gradualità delle cure .
Ma, guarda caso, nella AV5 ( Rete omogenea di Marche Sud) mancava l’Ospedale di bassa complessità, per le post-acuzie, sub acuzie e fragilità! Da quel momento è iniziato il declino dell’Ospedale di S.Benedetto del Tronto .
Ricordiamo tante trasformazioni, ridimensionamenti e trasferimenti di servizi e, tra tutte le decisioni prese , emblematica permane la situazione della Nefrologia- Dialisi con il diniego dei ricoveri di Nefrologia, la sperequazione dei posti letto e la proposta di apertura dell’Hospice in Ospedale.
A tal proposito vale la pena ricordare alcune osservazioni già fatte qualche tempo fa (22-4 -2017 ) quando dicevamo che con l’Hospice il cerchio si chiudeva. Faceva senso la dichiarazione del Consigliere regionale Fabio Urbinati che declamava : ” La sua collocazione al Madonna del Soccorso è la più adeguata per dare dignità ai malati”. Perché a parlarne non sono i Medici e i Tecnici sanitari esperti della Disciplina ? Solo in pochi casi queste strutture sono annesse a un Ospedale, non dentro un Ospedale. Di solito sono entità a parte, realizzate come Residence, circondati da ampi spazi verdi, immersi nella natura , progettati per essere vivibili da parte di tutti gli ospiti.
L’Hospice non è un luogo dove si va a morire ma a vivere meglio una fase terminale di una malattia incurabile. L’Hospice ha come principale obiettivo il controllo di un dolore particolare che la fondatrice di questi Centri, la dott.ssa inglese Saunders , curando i feriti della 2° Guerra mondiale, chiamò “dolore totale“ poiché aveva bisogno, per essere curato, di quattro sostegni: la terapia medica ( analgesica, a intervalli regolari, e sintomatica) , l’aiuto sociale, il sostegno psicologico e quello spirituale.
L’ Hospice e’ una Struttura socio sanitaria residenziale per malati terminali oncologici, principalmente , luogo di accoglienza e ricovero temporaneo dove il paziente , coscientemente , per il quale non è più possibile svolgere una adeguata assistenza a domicilio e per il quale il ricovero in ospedale non è più adeguato, viene accompagnato nelle ultime fasi della sua vita con un appropriato sostegno medico, psicologico e spirituale, affinché viva con dignità nel modo meno traumatico e doloroso possibile, con la presenza e il sostegno psicologico e sociale anche delle persone che sono particolarmente legate ad esso come familiari, partner, amici e anche i propri compagni a quattro zampe . Per tale motivo questi Centri sono dotati di ogni confort e comodità a disposizione dei pazienti e dei visitatori , come camere singole con bagno, spazi comuni per la lettura e ascolto musica, poltrona letto per gli accompagnatori, che possono fruire dei pasti gratuitamente . L’ingresso è libero ogni giorno, a qualsiasi ora del giorno e della notte. C’è da aggiungere che proprio per assicurare una buona assistenza questi Centri sono di piccole dimensioni e non superano i 10-15 posti letto e gli standard italiani previsti dalla Legge prevedono 30-50 p.l. ogni milione di abitanti.
Aldilà dei numeri , una organizzazione di tale portata difficilmente può essere compatibile con un Ospedale, come quello di San Benedetto del Tronto , con scarsità di posti letto, per di più al 5° piano dove è ubicata la S.C. di Ostetricia e Ginecologia , reparto dove ogni giorno esplode la vita in contrasto con chi invece vorrebbe vivere nel rispetto e tutela della propria privacy , specialmente a San Benedetto dove la nostra popolazione , come in tante altre parti d’Italia, non vuole far conoscere neanche tra i familiari le proprie condizioni di salute . Figuriamoci essere visti entrare attraverso l’ingresso dell’Hospice !. L’altro grosso problema deriverebbe dal traffico ingestibile di visitatori che minerebbe la sicurezza dell’Ospedale Madonna del Soccorso, costituito da un unico blocco e non a padiglioni, dove ogni sera si chiudono tutte le porte di accesso ai visitatori .
Molto meglio e più funzionale per la Comunità sarebbe aprire in Ospedale un “Reparto di Cure Palliative” dedicato a tutti i pazienti inguaribili con qualsiasi tipo di problematica e che gestisca anche l’ ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) sul Territorio . A questo punto sarebbe tutto un’altra cosa, con Medici specifici e personale idoneo a trattare qualsiasi patologia . Una malattia, per quanto inguaribile, non è mai da considerare incurabile . Le cure palliative si rivolgono ai pazienti in fase avanzata di ogni malattia cronica ed evolutiva: in primo luogo malattie oncologiche ( 30%), ma anche malattie neurologiche, respiratorie, renali, cardiologiche e hanno lo scopo di offrire alla persona malata la migliore qualità di vita possibile nel rispetto della sua volontà.
Il grande Bacino di Utenza della Riviera delle Palme e della Città di San Benedetto del Tronto è in forte credito di Sanità Pubblica. Ridateci un Ospedale vero !!!
(*) Ex Direttore del DEA dell’Ospedale di S.B.T.e Rappresentante provinciale dell’AAROI-EMAC (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani e Medici dell’Emergenza Accettazione).