Nel corso dell’ultima seduta di Giunta del 2020 (quella del 31 dicembre), su proposta dell’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, l’esecutivo ha recepito il Piano strategico nazionale e approvato quello regionale, con l’articolazione territoriale delle indicazioni ministeriali.
Ha anche approvato l’accordo con le organizzazioni sindacali di categoria: i medici di medicina generale effettueranno le vaccinazioni nelle strutture residenziali per anziani.
“L’accordo con i medici di famiglia per la somministrazione dei vaccini – afferma l’assessore Filippo Saltamartini – è un ulteriore passo in avanti per potenziare la medicina del territorio, indispensabile per affrontare i prossimi mesi di pandemia”.
In sintonia con le indicazioni nazionali, la campagna di vaccinazione inizierà nel gennaio 2021 e si articolerà in tre fasi. La prima coinvolgerà gli operatori sanitari e sociosanitari, gli ospiti e il personale delle residenze per anziani, le persone in età avanzata: una platea di 176.036 potenziali interessati che, se vorrà, potrà vaccinarsi (23.306 operatori sanitari e sociosanitari, 16.319 tra personale e ospiti delle Rsa, 133.411 anziani ultra ottantenni).
La seconda fase riguarderà le persone di età superiore a 60 anni, quelle di ogni età con “comorbilità”, gli insegnanti e il personale scolastico. Coinvolgerà anche i lavoratori dei servizi essenziali e dei settori a rischio (carceri, luoghi di comunità). La terza e ultima fase sarà riservata alla popolazione rimanente.
Tutti gli stadi del piano saranno calibrati alle effettive necessità che si manifesteranno, come la quantità di vaccino disponibile, l’adesione delle categorie coinvolte, gli aspetti logistici legati alla catena del freddo per il trasporto e lo stoccaggio del vaccino Pfizer/BioNTech (commercializzato con denominazione Comirnaty).
Nella prima fase la somministrazione del vaccino avverrà direttamente nelle strutture ospedaliere e, tramite unità mobili, nei presidi residenziali per anziani (con il coinvolgimento dei medici di medicina generale).
I punti di stoccaggio regionali dei vaccini (Hub) sono già stati individuati. Sono sette, coincideranno con il punto di somministrazione, oppure funzioneranno da smistamento per gli altri presidi di somministrazione (come presidi sanitari e Rsa), preservando la catena del freddo. Si stima che i sette Hub potranno vaccinare (tra personale coinvolto e strutture per anziani da raggiungere) 42.625 persone, utilizzando equipe vaccinali formate da 42 unità di personale sanitario e 43 di supporto.
A Fossombrone si presume che si vaccineranno 8.200 persone, all’Inrca di Ancona 5.538, l’Hub di Jesi ne prenderà in carico 11.445, quello di Civitanova Marche 4.275, Camerino 4.305, Fermo 3.812, Ascoli Piceno 5.050.
Ogni Hub è fornito di due frigoriferi a basse temperature. Insieme ai sette Hub regionali, il Piano prevede un’ulteriore articolazione territoriale rispetto ai centri vaccinali già esistenti e normalmente utilizzati dagli utenti.
Questo per far fronte a un numero di vaccinazioni che si attende superiore allo standard. Verranno attivati, oltre ai Punti vaccinali ospedalieri pubblici e privati (per gli operatori sanitari e sociosanitari), vaccinali territoriali (per operatori sanitari extra ospedalieri), in struttura residenziale (per dipendenti e ospiti), i Punti vaccinali di popolazione nella terza fase: in pratica quelli di “massa” già sperimentati nella nostra regione durante lo screening.
Il Piano prevede, poi, il monitoraggio degli eventuali effetti avversi, la valutazione della risposta immunitaria indotta dal vaccino, l’avvio di una campagna di informazione (nazionale, ma supportata a livello regionale).