di Alberto Premici – Il nuovo DPCM (o Decreto) allo studio, che dovrebbe entrare in vigore il 16 gennaio, oggi passerà al vaglio delle regioni in un confronto con il Governo.
Secondo il Comitato Tecnico Scientifico, che supporta le decisioni dell’esecutivo durante questa crisi sanitaria ed economica senza precedenti, è quanto mai necessario un lockdown totale o comunque misure molto restrittive per uscire fuori dall’emergenza, evidenziata dal tasso di positività al 13,3% che non dà segni di cedimento.
Linea dura quindi, sostenuta anche dal Ministero della Salute, nel mentre si spera che la campagna delle vaccinazioni inizi a dare i propri frutti.
Dopo un anno di restrizioni il Paese è in grande sofferenza, con alcune categorie al collasso, come spettacolo, turismo, ristorazione e sport.
Al momento sono allo studio nuovi parametri per la definizione delle diverse zone, così come oggi le conosciamo (gialle, arancione, rosse). Secondo le prime indiscrezioni uscite da Palazzo Chigi, dovrebbero modificarsi i criteri per la definizione della zona rossa, che diventerebbero più stringenti.
I probabili lockdown scatterebbero con una minor incidenza di casi Covid, pari a 250 ogni 100mila abitanti. E’ quasi certa inoltre la proroga dello stato d’emergenza, in scadenza il 31 gennaio, fino al 30 aprile 2021. Tra le misure in discussione c’è la conferma della divisione delle Regioni a colori, il “coprifuoco” dalle 22 alle 5 e la raccomandazione di non ricevere visite di più di 2 persone non conviventi.
In zona arancione dovrebbe essere mantenuta la deroga che permette a chi abita in un piccolo comune sotto i 5mila abitanti di muoversi fino a 30 km di distanza, anche in un altro Comune o Regione, senza però poter raggiungere nessun capoluogo di provincia.
Il Governo starebbe ragionando su regole più restrittive per bar e ristoranti, con limitazioni anche per i servizi di asporto. Nei weekend dovrebbero continuare a restare chiusi i centri commerciali. Probabilmente verrà abbandonata l’idea di fare tutta Italia zona arancione il sabato e la domenica, come avvenuto il 9 e 10 gennaio, consentendo alle Regioni più virtuose di tenere aperti bar e ristoranti se in zona gialla. Altre misure allo studio riguarderanno palestre, musei e impianti da sci.
Ma la novità più importante che potrebbe essere inserita nel nuovo provvedimento del Governo, sarà l’aggiunta di una “zona bianca”, laddove l’Rt sia inferiore 1, situazione che ad oggi nessuna Regione presenta.