di Alberto Premici – In una nota di Paolo Virgili, presidente di “Città Grande del Piceno”, si precisa la posizione dell’associazione in merito al progetto, sempre più concreto, della Ferrovia dei due Mari, argomento già trattato in questi nostri articoli 1 2 3 .
L’associazione Città Grande del Piceno, si pone l’obiettivo di ridisegnare la geografia politica ed economica del territorio costiero e collinare del Piceno, attraverso la condivisione e la concertazione della governance dei Comuni di San Benedetto del Tronto, Acquaviva, Grottammare e Monteprandone, Monsampolo, Cupra Marittima, Massignano, Cossignano, Ripatransone e Montefiore.
Il presidente Virgili: “Il progetto della Ferrovia dei due mari interessa sicuramente la Città Grande del Piceno per la prospettiva di crescita economica del medio-adriatico in quanto le strategie future dei trasporti nazionali verso le metropoli ( SNIT di 1° Livello ) ed anche il rapporto ONU prevede la concentrazione degli interessi nelle grandi aree del mondo, ma accanto a questa progettualità non possiamo trascurare due aspetti di fondamentale importanza: le stazioni e il trasporto aereo.
La stazione di San Benedetto è penalizzata non solo dagli enti statali che l’hanno classificata “Silver” invece che “Gold” ma addirittura dalle politiche regionali che hanno preferito ristrutturare prima una stazione anconetana marginale. Con il risultato che tra Ancona e Pescara si è creato un clamoroso vuoto di 170km che forse non ha eguali in Italia e sicuramente al nord delle Marche dove tra Ravenna-Rimini-Pesaro-Ancona ogni 40-50 km fermano i treni che contano davvero.
E al riguardo crediamo che la soggettività metodologica e la mancanza di trasparenza di Trenitalia/RFI sia parte del problema: è bizzarro, infatti che nell’era digitale possiamo sapere quante persone prendano l’aereo in ogni singolo scalo ma non quanti passeggeri viaggino in treno nelle stazioni più importanti. Le stazioni di Cupra, Grottammare e Porto d’Ascoli non sono degne per degrado e mancanza di servizi di paesi con una vocazione turistica e nell’ottica della Metropolitana di superficie”.
“Ci chiediamo anche – continua Virgili – se possiamo fare a meno di un adeguato sistema aereoportuale. Il Piceno al centro di un tratto che da Rimini arriva fino a Termoli, si contraddistingue per l’assenza di veri e propri collegamenti con gli aeroporti presenti e dovremmo cercare di abbandonare le velleità regionaliste favorendo gli accordi interregionali.
In questa parte d’Italia per garantire un numero sufficiente di combinazioni occorrerebbe un aeroporto di almeno 2 milioni/2,5 milioni di passeggeri all’anno. Una soglia raggiungibile solo puntando su un’unica struttura e partendo dal fatto che l’aeroporto di Falconara, oltre ad essere baricentrico (in circa un’ora si raggiungono sia Pescara sia Rimini) è pure strategico per i voli cargo grazie al porto di Ancona che è pur sempre nella rete TEN-T europea.
Senza lo sviluppo di questi collegamenti il nostro sistema turistico e la logistica del sistema produttivo farebbero fatica a fare il salto di qualità di cui abbiamo bisogno. Riteniamo che il superamento della frazione istituzionale possa rappresentare meglio queste problematiche e avere più incisività politica perché i piccoli enti possono rappresentare soltanto piccoli progetti o come nel caso della discussione della Ferrovia dei Due Mari, non avere proprio voce in capitolo per far valere le proprie priorità”.