di Alberto Premici
Nella principale e centralissima Piazza del Popolo di Offida a pianta trapezoidale e da noi locali chiamata simpaticamente “piazza baccalà”, svetta il Palazzo Municipale, monumento che, insieme alla Chiesa di S.Maria della Rocca, identifica maggiormente la nostra città.
Intriso di storia e testimone degli avvenimenti più importanti, il palazzo ha origini incerte. La prima data di riferimento potrebbe essere l’anno 1291, anno in cui Papa Niccolò IV (nato Lisciano, frazione di Ascoli Piceno), riconosceva ad Offida il potere di nominare un podestà con consoli e priori al seguito. E’ logico pensare che essi avrebbero svolto il proprio compito all’interno di un plesso degno ed importante posto in posizione centrale.
Certamente la costruzione era diversa da quella che oggi caratterizza l’intero centro; si componeva di un piano terra, un primo piano ed una soffitta coperta da un tetto a due spioventi, sorretto da capriate in legno, rozzamente intagliate. Il tutto sovrastato da una torre quadrangolare più alta di quella odierna.
Appare con una struttura architettonica composita; tutto completamente in laterizio, è costituito da una torre trecentesca coronata da merli a coda di rondine. La dimensione trecentesca è testimoniata ancora dal prospetto più significativo, prospiciente Piazza del Popolo.
Qui erano incastonate le misure lineari alle quali ci si doveva attenere, come ci riferisce lo Statuto Comunale del 1524, nei normali scambi commerciali. Il portico superiore e di epoca successiva (sec.XV) è retto da colonnine in travertino sottili ed eleganti, sormontate da capitelli; lateralmente sono presenti due stemmi, uno sabaudo e l’altro municipale, scolpiti nel 1932 dallo scultore offidano Aldo Sergiacomi.
Il portico del palazzo che lambisce il principale Corso Serpente Aureo, è invece successivo (sec.XVIII).
Come ricorrente in molti centri italiani, il Palazzo Municipale ha avuto destinazioni diverse tra le quali anche quelle della custodia di malfattori; anticamente infatti, alla base della torre, erano sistemate le carceri, come si può ancora rilevare e come attestato da diversi documenti presenti nell’Archivio Storico Comunale. La campana della torre fu donata dal cardinale Felice Peretti, futuro Sisto V (1520-1590).
Il Palazzo è stato più volte modificato e restaurato. Si hanno resoconti di interventi edilizi nel 1800 quando, in luogo cortile interno con un’ampia cisterna, venne costruito il teatro. Di molti interventi, a causa della loro scarsa importanza, non si hanno tracce documentali, ma sono visibili all’interno dell’importante monumento.
Altro restauro nel 1924 sotto la direzione dell’ing. Rosini e la collaborazione, per la parte ornamentale, del prof. Ghino Leoni, direttore della locale Scuola di Disegno Applicata alle Arti, quest’ultima dispensatrice di ottimi artigiani e che oggi sarebbe iniziativa meritoria riportare in attività. In questa fase fu rimosso l’intonaco originario ed aggiunti i merli nella parte superiore, di caratteristiche ghibelline, seppur Offida fosse stata roccaforte guelfa.
A seguire altri interventi più o meno importanti fino a quelli degli ultimi decenni, che hanno interessato il Teatro Serpente Aureo, restaurato ed adeguato alla normativa sulla sicurezza ed accessibilità sempre più restrittive, il palazzo attiguo, sede del Corpo Bandistico, la facciata principale su Piazza del Popolo e quella laterale su Corso Serpente Aureo ove è stata ricostruita l’intonacatura. Altre opere di riparazione e restauro delle coperture hanno completato l’intervento.