Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La data ha un alto valore simbolico. In quello stesso giorno, nel 1959, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato, all’unanimità, la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo. E sempre il 20 novembre, del 1989, l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato poi la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata da 190 Paesi nel mondo. Nel nostro Paese la sua ratifica è avvenuta nel 1991.
I trattati elaborano e restituiscono una nuova sensibilità, una nuova visione delle bambine e dei bambini: non più solo oggetti di cura ma soggetti di diritto.
In questa fondamentale cornice si inserisce l’azione del ministero dell’Interno per la tutela dei minori, affiancando agli interventi di natura solidaristica quelle rilevanti attività finalizzate alla prevenzione e al contrasto di specifici reati.
Nel primo ambito si inscrive la funzione assolta dall’Ufficio del “Commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e intenzionali violenti”. Il Commissario presiede l’omonimo comitato – composto da rappresentanti dei ministeri di Interno, Giustizia, Sviluppo economico, Economia e Finanze, Lavoro, Salute e da un rappresentante, senza diritto di voto, della Concessionaria di servizi assicurativi pubblici (Consap) – che delibera periodicamente l’erogazione delle risorse di uno specifico fondo a titolo di indennizzi e benefici a favore di minori, orfani di madri uccise in ambito domestico, o a seguito di violenze sessuali o di stalking.
Ogni anno vengono destinate ingenti somme, tra l’altro, per assegni alle famiglie affidatarie, borse di studio e contributi per l’inserimento al lavoro.
Nel novero delle azioni rivolte alla cura dei minori, vanno peraltro ricordati gli interventi realizzati dall’Autorità di Gestione del Programma nazionale servizi di cura all’infanzia e agli anziani non autosufficienti (Pnscia), presso il Viminale.
Il Pnscia, nell’ambito del più generale Piano di azione e coesione, ha integrato le disponibilità finanziarie di quei comuni ricadenti nelle quattro regioni dell’area convergenza – Campania, Puglia, Calabria e Sicilia – con l’obiettivo di potenziare i servizi primari di cura destinati alle fasce sociali deboli, quali l’infanzia e gli anziani, con ricadute positive nei territori di riferimento.
Sul fronte della tutela dei minori è, poi, sempre costante l’attività svolta dalla Polizia di Stato che opera anche attraverso progetti di educazione alla legalità e forme di collaborazione con istituzioni pubbliche e private per la promozione e la protezione dei giovani cittadini.
A questo segmento di azione si affiancano inoltre gli interventi sviluppati delle Forze dell’ordine per la prevenzione e il contrasto dei reati perpetrati a danno dei minori. È stato pubblicato proprio in questi giorni il “rapporto sui minorenni vittime di abusi”, realizzato dal Servizio analisi criminale del dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Un’approfondita disamina che si focalizza su alcune forme di delittuosità che maggiormente hanno colpito i minori nel biennio 2020-2021. Il lavoro si concentra, inoltre, sul confronto dei dati dei primi semestri del 2021 e 2022, dal quale emerge una complessiva diminuzione dei reati commessi (-10%) e, di contro, l’aumento dei delitti di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, violenza sessuale e violenza sessuale aggravata perché commessa presso istituti di istruzione.
Non sfugge, nel lavoro svolto dal Servizio, l’approfondimento sulla cosiddetta “frontiera del mondo virtuale”, che, con il contributo del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha fatto emergere un notevole incremento dei casi trattati, nel biennio 2020/2021, in materia di adescamento online, cyberbullismo e sextorsion e revenge porn, ovvero la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. (Fonte: Ministero dell’Interno)