L’artista ha lavorato tra l’altro nella chiesa del Suffragio a Offida.
Attraverso queste carte si ricostruisce la poliedrica personalità artistica di Nardi, versato nella pratica dell’affresco come nella tecnica architettonica, nel disegno caricaturale quanto nei soggetti naturalistici e di tema mitologico. Straordinaria immediatezza hanno una serie di ritratti in fogli di taccuino realizzati a china, a lapis, a tempera su carta come quello di Domenico Ferri. Ironia e autoironia guidano la mano di Nardi nella realizzazione di incisive, icastiche caricature tracciate con velocità e precisione.
Contestualmente all’inaugurazione della mostra sarà presentato il volume “Sigismondo Nardi. La modernità della tradizione” sempre a cura della Simoni e della Marani, edito da Andrea Livi. La monografia, fortemente voluta dagli eredi di Nardi Ice Mazzaferro e Paolo Scartozzi, è stata pubblicata con il contributo fondamentale della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo e comprende, oltre ai saggi delle curatrici, contributi di Cesare Catà, Guido Giacomuzzi, Stefano Papetti, Cristina Settembri.
SIGISMONDO NARDI
BIOGRAFIA
Gli estremi biografici di Sigismondo Nardi, 14 marzo 1866 e 24 dicembre 1924, contestualizzano la sua vicenda esistenziale ed artistica in un’epoca complessa sotto il profilo economico e sociale, carica di tensioni, di aspettative di modernità e nel contempo di retaggi del passato. La sua arte ufficiale, prevalentemente al servizio della committenza ecclesiastica, improntata su un purismo contaminato da innovazioni veriste, la variegata produzione di collezione privata composta da ritratti, scene di genere, caricature, bozzetti per decorazioni, percorsa da qualche fremito sperimentale di matrice divisionista o da eleganti linearismi Liberty, si possono collocare in quell’ambito vago definito dalla storiografia artistica del Novecento “Eclettismo”.
Attraverso la figura di Sigismondo Nardi è possibile leggere uno spaccato dell’epoca. Dopo l’apprendistato nella bottega fermana di Silvestro Brandimarte, la frequentazione dell’accademia romana lo ha portato a collaborare ai cantieri pittorici più importanti di quel periodo: con Cesare Mariani nel duomo di Ascoli Piceno e nella chiesa di S. Maria delle Grazie a Teramo, con Cesare Maccari nel santuario di Loreto e probabilmente nella Sala Gialla del Senato a Palazzo Madama e nella cattedrale di Nardò in Puglia. Fondamentale inoltre per la formazione dell’artista è stato l’insegnamento del frescante perugino Domenico Bruschi.
L’arte sacra di Nardi colpisce per il grande respiro delle composizioni, per la composta teatralità delle scene, per la fluidità delle forme, l’eleganza e la sobrietà delle gamme cromatiche. Apprezzato dai contemporanei, il Fermano e l’Ascolano sono disseminati di chiese da lui decorate: nel 1911 realizza gli affreschi a S. Maria del Mare a Torre di Palme, nel 1916 termina i lavori nella chiesa di San Gregorio Magno a Magliano di Tenna e nel 1923 realizza i dipinti murali per l’omonima chiesa di Fermo. Nardi inoltre lavora nella cattedrale di Castorano, nella chiesa del Suffragio a Offida, nella chiesa del Rosario di Porto San Giorgio e in quella di San Marone a Civitanova, luogo di origine della moglie, Adele dei marchesi Ricci.
La geografia artistica di Nardi sconfina dal territorio marchigiano: già nel 1902 è chiamato a Trento per decorare la volta, la cupola e l’abside della Chiesa di S. Maria del Concilio con un tema mariano. Il successo di critica porta poi nuove commissioni nel Trentino: le chiese di Borgo Valsugana, Montagnaga Pinè, Revò, Calavino e Tuenno. In Abruzzo ha eseguito parte della decorazione della Chiesa di S. Antonio a Teramo.
Il complesso, ricercato, colto programma iconografico ideato da Nardi nel 1912 per la volta del teatro della sua città, Porto San Giorgio, ha come tema la nascita delle arti teatrali ed è tradotto in un racconto fresco, lieve, connotato da una semplicità discorsiva di fondo, da un dinamismo, una vivacità cromatica, una gioiosità e soprattutto un’originalità non riscontrabili nelle altre decorazioni parietali realizzate dall’artista.
(red)