“Si tratta di un passaggio non privo di rischi, soprattutto per i professionisti di settore, che potrebbero trovarsi a fare i conti con interpretazioni non piu’ univoche sia delle norme, sia degli elaborati che, in questo nuovo scenario di federalismo catastale e fiscale, andranno presentati ai singoli comuni”. L’allarme di Carlo Cecchetelli, presidente del collegio geometri della provincia di Pesaro-Urbino e della fondazione marchigiana collegi geometri, arriva alla vigilia di uno storico passaggio: il catasto viene trasferito ai comuni, che entro il 3 ottobre dovranno scegliere il tipo di gestione, totale o parziale, delle funzioni attribuite, sino ad oggi, all’Agenzia del territorio. Al timore sulle interpretazioni, si aggiunge “una possibile disparita’ di valutazione negli estimi immobiliari”. “Anche da punto di vista cartografico – ha detto ancora Cecchetelli – dobbiamo prepararci a parecchia confusione: sarebbe stato meglio che le funzioni di aggiornamento dei dati fossero rimaste in mano all’agenzia del territorio, per garantirne una gestione uniforme o, quantomeno, che il decentramento riguardasse soltanto il catasto dei fabbricati, come avviene in quasi tutti gli altri Paesi del mondo”. Per gli enti locali, la prospettiva e’ pero’ diversa. “Per i comuni – ha spiegato il presidente dei geometri pesaresi – questa puo’ essere l’occasione per migliorare la conoscenza e la classificazione del proprio territorio, arricchendo la banca dati e definendo una migliore equita’ fiscale. D’altra parte, pero’, dovranno prevedere nuove risorse, sia umane che finanziarie, per far fronte al nuovo carico di lavoro che il passaggio di funzioni inevitabilmente comportera’”. Cecchetelli aggiunge: “solo i comuni piu’ ricchi potranno abbracciare in toto la gestione del catasto, mentre i ‘minori’ avranno grosse difficolta’, soprattutto per garantire nuove assunzioni di personale, la sua formazione, acquisire e gestire nuovi spazi. Essere, insomma, all’altezza dei nuovi importanti compiti”. (ap)
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