di Alberto Premici /
Se l’Italia lo chiederà, Putin è pronto ad aiutare Arquata del Tronto nella ricostruzione post-sisma. E’ quanto si legge in merito ad una dichiarazione dell’ambasciatore russo Sergey Razov e che attende solo la formale richiesta e l’espletamento dell’iter burocratico, da parte di Palazzo Chigi e Farnesina.
La Russia ed il suo leader non sono nuovi a gesti simili; dopo le dichiarazioni di interesse e solidarietà manifestate durante il G8 de L’Aquila (8 – 10 luglio 2009), da parte dei grandi leader mondiali, Putin fu uno dei pochi a mantenere le promesse date, donando 7,2 milioni di euro per il restauro di due edifici aquilani: la chiesa di San Gregorio Magno e palazzo Ardinghelli in piazza S.Maria Paganica.
Da segnalare anche un assegno di un milione e 700 mila euro dal Kazakistan, per la chiesa di San Giuseppe dei Minimi.
Con l’accordo del 26 aprile 2010, tra Russia e Italia, si stabilì la ricostruzione dei due monumenti aquilani, con finanziamento diretto della Federazione Russa e coordinata dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo.
Ora il premier russo è pronto a sostenere una parte della ricostruzione di Arquata del Tronto, dimostrando una concretezza che, purtroppo, nella fase post-sisma centro Italia si è vista di rado.
Tutto questo poi, nonostante le sanzioni comminate dall’Unione europea, quindi Italia inclusa, nei confronti della Russia a seguito delle operazioni condotte in Ucraina, sanzioni che, è bene precisarlo, fino a oggi hanno causato all’export italiano una perdita pari a cinque miliardi di euro. Solo nelle Marche le sanzioni hanno creato una flessione di esportazioni verso la Russia del 35%, pari a 88 milioni di euro.
Tra le poche iniziative private italiane è doveroso ricordare quella dell’imprenditore marchigiano Della Valle, che a dicembre inaugurerà la nuova fabbrica Tod’s ad Arquata del Tronto. Qui a regime (fine 2018), lavoreranno 100 persone del territorio e non è poco visto che il Comune di Arquata contava al 31 marzo di quest’anno, 1137 abitanti.
«Ci sono ritardi, la politica faccia il proprio mestiere per sistemare questi territori, ma anche gli imprenditori non possono sottrarsi e devono portare lavoro», ha dichiarato recentemente Della Valle.
Come dargli torto visto che recenti stime parlano di 838 “casette provvisorie” consegnate, su un fabbisogno certo di 3.600 unità. Tutto questo a distanza di un anno dal sisma, con cumuli di macerie ancora lì, a ricordare il dramma e l’incapacità di gestire quest’ultima tragedia italiana.