“Probabilmente questa volta siamo riusciti a prevenire un attentato brigatista”. La conferma alle parole del ministro Amato, dopo l’arresto di 15 militanti di ‘seconda posizione’ è arrivata con l’ordinanza di custodia cautelare del Gip Guido Salvini: nel mirino dei brigatisti c’erano infatti la casa ‘storica’ di Berlusconi a Milano, il quotidiano ‘Libero’, sedi Eni, Mediaset, Sky, ma anche “obiettivi umani”, come il giuslavorista Pietro Ichino.
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