L’Associazione Studentesca Atelier 1 della Scuola di Architettura e Design “E.Vittoria” di Ascoli Piceno, si unisce, insieme a tutti i suoi soci alla battaglia del Comitato “Un treno per Roma”, per la realizzazione delle parti mancanti del tronco ferroviario Roma -San Benedetto del Tronto.
La decisione di contribuire alla diffusione e alla promozione del progetto è stata presa considerando l’isolamento cui la nostra sede universitaria sta soffrendo, in termini di pendolarismo e di comunicazione, con le realtà metropolitane del nostro Paese.
Lo facciamo con ferma convinzione, poiché molti degli studenti iscritti ai nostri corsi e gran parte degli insegnanti, provengono dalle zone laziali e dall’entroterra appenninico e denunciano da anni la grave situazione in cui versa il sistema infrastrutturale che lega il Piceno al resto d’Italia e del mondo.
Abbiamo riscontrato che attività di vitale importanza e di promozione del territorio come, per esempio, i workshop internazionali, di routine in una scuola di architettura e design, appaiono di difficile organizzazione, proprio per la complessa connessione della città di Ascoli Piceno ai principali snodi aeroportuali internazionali (Roma e i minori Pescara ed Ancona).
Siamo certi che lo sviluppo di un territorio, passa attraverso il flusso costante di persone e con esse lo scambio di idee e di progetti.
Come comunicarli questi senza un tracciato chiaro e diretto che possa portare il fruitore o il visitatore a beneficiarne?.
Come essere competitivi se manca una spina dorsale in grado di reggere tutto il sistema di ricerca che, nonostante le difficoltà economiche e di isolamento, riesce ad essere innovativo e confrontarsi con poli di eccellenza universitari già collaudati da tempo?
Queste sono tutte domande che rilanciamo all’attuale classe dirigente.
Sappiate che ad Ascoli Piceno, nelle sue sedi universitarie, è in fermento una popolazione giovane che vuole, dopo un’attenta comparazione con le altre realtà, rivendicare i propri diritti e dare soluzioni a quelle carenze infrastrutturali che ormai gravano sulla nostra economia e sul nostro sviluppo da decenni.
Il gap infrastrutturale del nostro entroterra così fragile è risaputo da mezzo secolo ormai. Noi, che rappresentiamo una forza giovane per la città ed il Piceno tutto, non ci stiamo a perdere altri treni.
Quindi sì alla Ferrovia dei Due Mari e sì al riscatto del Piceno e di tutto l’entroterra appenninico!
(red)