Ricorre oggi l’anniversario della morte del Beato Corrado da Offida, avvenuta il 12 dicembre 1306.
Corrado nasce ad Offida (Ascoli Piceno) nel 1237 da umili genitori. Aveva solo quattordici anni quando, nel 1251, fu accolto nell’Ordine dei Frati Minori.
Aspirando ad una vita di povertà, penitenza e preghiera, secondo la Regola di San Francesco d’Assisi, sebbene fosse dotato di particolari doti intellettuali ed avesse già dato buona prova di sé, preferì, per umiltà, interrompere gli studi teologici, iniziati nel convento di Assisi per servire i suoi confratelli nei più umili compiti, quali cuciniere, questuante e portinaio.
Inviato nel convento di Forano di Appignano (Macerata) nell’Appennino marchigiano, vi conobbe il beato Pietro da Treia (1227-1304), con cui strinse una sincera e fraterna amicizia, che li legherà per tutta la vita, come documentato dai Fioretti di San Francesco:
“Al tempo che dimoravano insieme nella custodia d’Ancona, nel luogo di Forano,Currado e frate Pietro sopraddetti, li quali erano due stelle lucenti nella provincia della Marca, e due uomini celestiali; imperciò che tra loro era tanto amore e tanta carità che uno medesimo cuore e una medesima anima parea in loro due, e’ si legarono insieme a questo patto, che ogni consolazione, la quale la misericordia di Dio facesse loro, eglino ve la dovessero insieme rivelare l’uno all’altro in carità.” (dai Fioretti di San Francesco, cap. XLIV – Fonti Francescane n. 1882)
Successivamente, frate Corrado fu inviato al convento di Sirolo (Ancona), ma il suo esempio di penitenza e di umiltà, di cui si era sparsa ben presto la fama, indusse i suoi superiori a destinarlo dapprima a La Verna (Arezzo) e poi gli comandarono di riprendere gli studi di teologia per ricevere il presbiterato.
Ordinato sacerdote e destinato al ministero della predicazione, Corrado divenne esemplare per la forza della sua parola, convalidata dal rigore della sua vita, dalla fervida adesione al messaggio e alla tradizione di san Francesco, che lo fecero diventare ben presto una delle personalità più importanti dell’Ordine.
Corrado modellò la sua vita sulla più ascetica tradizione francescana che egli cercò di apprendere attraverso la testimonianza dei primi compagni di san Francesco, fra i quali il beato Egidio d’Assisi (†1262) e fra Leone (†1271).
Fedele alla Regola francescana specie per quanto riguardava la povertà, insieme con il beato Pietro da Treia partecipò attivamente al dibattito allora in corso all’interno dell’Ordine, sostenendo apertamente gli “spirituali“, ossia quei frati che, pauperisti in senso rigorista, intendevano mantenersi fedeli agli ideali austeri del francescanesimo primitivo.
E quando gli “spirituali” poterono riunirsi nella Congregazione dei poveri eremiti e fratelli, istituita dal san Celestino V (Pietro Angelleri), anche il beato Corrado, abbandonò l’Ordine dei Frati Minori per entrare in una delle nuove comunità.
Dopo l’abdicazione di Celestino V (13 dicembre 1294), il nuovo papa Bonifacio VIII, nel 1295, sciolse la Congregazione dei poveri eremiti, allora il beato Corrado non aderì alla corrente secessionista guidata da Angelo Clareno, ma preferì mantenersi nell’obbedienza: chiamato a giustificarsi davanti al generale dell’Ordine dei Frati Minori, riuscì a guadagnarsi la sua benevolenza e la sua comprensione, come attestato dallo stesso Clareno nella sua Cronaca delle sette tribolazioni. Riammesso tra i francescani, riprese la sua attività di evangelizzazione, rimanendo rigidamente fedele ai suoi ideali di povertà, penitenza e preghiera.
Muore a Bastia Umbra (Perugia), il 12 dicembre 1306, mentre teneva un ciclo di prediche per l’Avvento, dove venne anche sepolto nella Chiesa Collegiata di Santa Croce.
Nel settembre 1320, le sue spoglie furono trafugate dai perugini e traslate, insieme a quelle del beato Egidio nella Chiesa di San Francesco al Prato di Perugia e successivamente trasferite nell’attiguo Oratorio di San Bernardino.
Corrado venne beatificato nel 1817 da papa Pio VII (Barnaba Chiaramonti, 1800-1823).
L’11 dicembre 1994, le sue spoglie sono state solennemente traslate da Perugia ad Offida e collocate nel terzo altare di sinistra della Chiesa Collegiata della sua cittadina natale. (Aleteia)