Le Marche sono collocate al terzo posto nella classifica nazionale, redatta in base ad attività turistico-culturale della filiera agroalimentare italiana. E’ quanto emerge nei dati Eurispes dove la nostra regione segue Umbria e Toscana, ai vertici quindi delle eccellenze nel settore. Un aspetto che non passa inosservato a chi ha in animo di realizzare affari illeciti o riciclare denaro di dubbia provenienza.

Lo rivela Coldiretti Marche, in base alle risultanze del rapporto redatto dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, tema del convegno svoltosi recentemente presso la Mole Vanvitelliana di Ancona, alla presenza del presidente dell’osservatorio, Gian Carlo Caselli.

Le cosiddette “agromafie” stanno permeando anche il nostro territorio e la speciale classifica legata alle attività illecite nell’agroalimentare, assegna ad Ancona il 32° posto, Ascoli Piceno il 61°, Fermo il 62°, Macerata il 63° e Pesaro Urbino il 64°. La lenta ma inesorabile penetrazione del malaffare è testimoniata dai 61 beni immobili e aziende sequestrati dalle forze dell’ordine, tra cui 9 fondi agricoli.

“Questi dati – spiega la presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni  – ci confermano come il fenomeno dell’illegalità nel settore agroalimentare sia più diffuso di quanto immaginiamo. Anche nel nostro territorio. Nel corso degli anni il modus operandi della criminalità organizzata ha cambiato forma e sostanza, diventando sempre più invisibile e sofisticato. Per questo è necessario non solo intensificare i controlli, di cui siamo grati alle forze dell’ordine, ma soprattutto rivedere l’intera materia legislativa che punisce penalmente i reati commessi lungo la filiera del cibo”.

(ap)

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