di Alberto Premici – Sono giornate convulse per la politica italiana e del vecchio continente, dovute alla scia di problemi generati dalla pandemia Covid-19, entrambe costrette ad adattarsi alle mutate situazioni socio-economiche e a trovare rapidamente soluzioni efficaci e sostenibili.
Ieri il premier Giuseppe Conte si è riunito in videoconferenza con i ministri Gualtieri, Speranza e Catalfo, con i segretari di Cgil, Cisl e Uil e con alcuni governatori regionali. “Non siamo nelle condizioni, al momento, di riaprire le attività produttive – ha affermato il premier – perché rischieremmo di far risalire la curva dei contagi e di vanificare i risultati che abbiamo ottenuto con le misure messe in atto dal governo“.
Dopo la riunione, era stata annunciata una conferenza stampa in diretta streaming a reti unificate, per fare il punto sulla situazione; probabilmente la concomitanza con gli esiti della riunione dell’Eurogruppo, hanno spinto Palazzo Chigi ad un rinvio della stessa per il pomeriggio di oggi.
Prima della conferenza odierna, Conte ha partecipato ad un’ulteriore riunione con i capidelegazione delle forze di maggioranza, per definire l’articolato del nuovo Dpcm.
In mattinata, inoltre, ha anticipato con un tweet la sua posizione sul discusso tema del MES, che da ieri sera, dopo la riunione dell’Eurogruppo, infiamma lo scontro politico e non solo: “Io ho una sola parola: la mia posizione e quella del Governo sul MES non è mai cambiata e mai cambierà. Più tardi in conferenza stampa vi aggiorno su questo e su altre importanti questioni che riguardano il nostro Paese.” Pochi giorni fa, inoltre, lo stesso Conte era stato perentorio: “Ammorbidire regole Ue o faremo senza l’Europa”. Lo stesso Vito Crimi del M5S, (“Il MES non è stato attivato è stata solo fatta una proposta”), e fonti del Ministero del Tesoro smentiscono che l’Italia abbia chiesto l’attivazione del fondo salva-stati.
Niente MES quindi? Ne sapremo di più dal Consiglio europeo, convocato per il 23 aprile, una data ampiamente differita rispetto ai tempi stretti che la situazione imporrebbe, forse voluta per aprire altri spazi di trattativa.
Con questi antefatti, alle 19,35, in notevole ritardo rispetto all’orario annunciato (14,00), il presidente del Consiglio ha iniziato la tanto attesa conferenza stampa, per chiarire le determinazioni UE, ritenute ambigue per alcuni, il no al MES ed ufficializzare il prolungamento del lockdown in Italia fino al 3 maggio. In quel giorno chissà, se tutto andrà per il verso giusto, potrebbe allentarsi la stretta per i cittadini ormai da molte settimane in casa, anche se per gli anziani si prevedono protezioni e tutele per un periodo più lungo.
“Proroghiamo con il Dcpm le misure restrittive già in essere fino al 3 maggio, anche per le attività produttive. Il comitato tecnico scientifico – annuncia Conte – ci conferma che i segnali della curva epidemiologica sono incoraggianti. Dobbiamo mantenere alta la soglia dell’attenzione soprattutto durante le festività pasquali. L’auspicio è che si possa ripartire dopo il 3 maggio con gradualità. Riapriamo librerie, cartolibrerie, negozi per l’infanzia e la silvicoltura. Per la fase due ci avvarremo di un gruppo di esperti presieduto da Vittorio Colao, che dialogherà con il comitato tecnico scientifico”.
Riguardo all’Europa: “Serviranno 1500 miliardi per ripartire e le proposte di ieri sono un primo passo verso la risposta europea al problema, ma che l’Italia ritiene insufficiente. Serve un fondo finanziato da Eurobond disponibile subito e su questo ci batteremo. L’Eurogruppo non ha attivato il Mes e sta lavorando ad una linea di credito ad esso collegato. L’Italia non ha bisogno del Mes perchè lo riteniamo inadatto rispetto all’emergenza che stiamo vivendo. La mia posizione sarà chiara e lotteremo per ottenere gli Eurobond”.
Alle dichiarazioni odierne di Conte, non tarderanno repliche e considerazioni sia delle forze di maggioranza, alcune chiaramente contrarie al MES, che di quelle all’opposizione.
Tutti concordi, invece, sull’osservanza rigida delle restrizioni, unico argine al diffondersi della pandemia, che stanno dando buoni risultati. Una voce autorevole tra tutte è quella del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Dott.Silvio Brusaferro: “La curva ci mostra chiaramente una situazione di decrescita e questo è un segnale positivo, ma non deve farci abbassare la guardia. Per questo, a Pasqua, non possiamo aggregarci”.