di Alberto Premici – Il contagio non si arresta e dovremo aspettare molti giorni o settimane prima di un’auspicabile controtendenza del fenomeno. Qualche flebile barlume di speranza si intravede, oltre che in Cina origine mondiale della pandemia, anche in alcuni ristretti territori delle “zone rosse” del nord Italia, dove si verificano più guarigioni che contagi.
E’ la prova che la quarantena ed il rispetto assoluto delle regole imposte, paga e riduce i tempi di soluzione del problema. Sul fronte vaccino Covid, è una lotta contro il tempo per i gruppi di ricercatori che in tutto il mondo sono impegnati a testarne l’efficacia, come in Israele o in Australia, per citarne alcuni. Ma purtroppo bisognerà aspettare almeno un anno per avere il vaccino in distribuzione.
La situazione è ancora gravissima e molti sono concordi nel prevedere un picco di contagi in questo fine settimana, soprattutto nel centro sud. La causa è da ricercare, probabilmente, nella superficialità con cui alcuni hanno affrontato i momenti precedenti all’entrata in vigore dei decreti restrittivi in tutt’Italia. Gli inutili assembramenti e contatti con altre persone, in barba al buon senso, agli avvisi ed alle raccomandazioni, hanno agevolato il propagarsi del contagio.
Questa previsione rende allarmante la situazione dei posti letto disponibili per terapie intensive e semintensive nei prossimi giorni. In Piemonte sono iniziati i primi ricoveri in strutture private. Dopo la richiesta della Regione Marche, alcune strutture sanitarie private marchigiane hanno messo a disposizione 455 posti letto per i pazienti No Covid-19. Sono le case di cura private Villa dei Pini di Civitanova Marche, Villa Verde di Fermo, Villa Anna e Stella Maris di San Benedetto del Tronto, Villa San Marco di Ascoli Piceno, Villa Igea di Ancona e Villa Serena di Jesi.
Fa ben sperare però uno studio pubblicato da Enzo Marinari, professore di fisica teorica alla Sapienza, Enrico Bucci della Temple University, Giuseppe De Nicolao dell’Università di Pavia e Giorgio Parisi dei Lincei, che sembra documentare un rallentamento del contagio da coronavirus.
Lo studio è basato sui dati aggiornati al 12 marzo e relativi a Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Marche, che mostrano «un primo rallentamento generale dei tempi di raddoppio del contagio, ovvero un aumento del numero di giorni in cui si raddoppiano ricoverati, ricoverati in terapia intensiva e morti: nelle fasi iniziali dell’epidemia era pari a circa 2,5 giorni, mentre ora è salito a 3-4 giorni», come dichiarato da Marinari all’Ansa (fonte: il Messaggero)
“È troppo presto per dire che questo sia un effetto del lockdown – precisa Marinari – Appare piuttosto un risultato compatibile con l’inizio della presa di coscienza da parte della popolazione, che almeno in parte ha iniziato ad applicare misure di buon senso”. Vedremo se i dati dei prossimi giorni confermeranno le proiezioni degli studiosi.
Questa mattina Il Gores Marche ha comunicato che i tamponi positivi nella nostra regione sono complessivamente 899 (174 in più rispetto a ieri), su un totale di 2561 campioni testati. 36 i deceduti.
Nella provincia di Ascoli Piceno, dove la situazione generale si aggrava, ci si sta organizzando in fretta, soprattutto nei presidi sanitari dove si lavora ininterrottamente per prepararsi al peggio. Si stanno montando i respiratori ed allestendo il massimo dei posti letto, reperendoli anche in altre strutture, come in Ascoli dove si pensa di riconvertire la RSA dell’ex ospedale Luciani. Per sopperire la mancanza di personale l’Area Vasta 5 ha richiamato in servizio alcuni medici.
Oltre ai sette casi in Ascoli Piceno si segnalano altri due casi a Monsampolo del Tronto.
In Offida, tra le altre misure prese per fronteggiare quella che è una vera emergenza epocale, il sindaco Luigi Massa ha emesso ieri un’ordinanza con la quale ha disposto la chiusura di parchi, giardini comunali e civico cimitero.