di Alberto Premici – Sono provvedimenti senza precedenti quelli che il Governo si appresta ad adottare, per contrastare e contenere il diffondersi del Coronavirus.
Si disporrà, infatti, di evitare ogni spostamento in entrata e in uscita, dall’8 marzo al 3 aprile, in Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria. Viene fatta eccezione per “indifferibili esigente lavorative o emergenze”.
Probabile la sospensione fino al 3 aprile, di tutte le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse, sale bingo e discoteche. Altre restrizioni sono previste per manifestazioni sportive ed eventi ludici pubblici e privati.
Nei decreti in approvazione sono previste le relative sanzioni in caso di mancato rispetto dei divieti, che possono arrivare anche l’arresto. Ai gestori di bar e ristoranti, in tutta Italia, sarà demandato il controllo della distanza di sicurezza tra avventori (minimo 1 metro). Saranno discriminati i provvedimenti presi per le “zone rosse” e quelli per il resto del territorio nazionale.
I dati aggiornati della Protezione Civile: 2.742 i malati in Lombardia, 937 in Emilia-Romagna, 505 in Veneto, 202 in Piemonte, 201 nelle Marche, 112 in Toscana, 72 nel Lazio, 61 in Campania, 42 in Liguria, 39 in Friuli Venezia Giulia, 33 in Sicilia, 23 in Puglia, 24 in Umbria, 14 in Molise, 14 nella provincia di Trento, 11 in Abruzzo, 9 nella provincia di Bolzano, 8 in Valle d’Aosta, 5 in Sardegna, 4 in Calabria e 3 in Basilicata.
Le vittime sono 154 in Lombardia (19 in più di ieri), 48 in Emilia Romagna (+11), 13 in Veneto (+1), 6 nelle Marche (+2), 5 in Piemonte (+1), 4 in Liguria (+1), 2 in Puglia (+1) e uno nel Lazio. Complessivamente sono finora 5.883 i contagiati totali dal covid-19, comprese le vittime e le persone guarite. Quanto ai tamponi, ne sono stati eseguiti 42.062, dei quali oltre quasi 30mila in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
In attesa del testo ufficiale del decreto, sul quale si sta ancora lavorando, riportiamo inoltre un accorato appello dei medici rianimatori italiani: “In sintesi, se la situazione prosegue su questo piano inclinato, e dal governo centrale non arriveranno soluzioni radicali si rischia dover eseguire triage secondari e cioè dover scegliere chi fare accedere alle terapia intensive. Parliamo e scriviamo di questo scenario da incubo da un mese. Non è un’influenza e si rischia una crisi sanitaria di proporzioni che nessuno si augura. Bisogna agire. Oggi, subito, adesso”.