di Alberto Premici /
Una ferrovia che colleghi la nostra riviera alla capitale. Un sogno di molti che ogni tanto esce dal cassetto, per poi rientrarvi.
Negli ultimi anni però se ne parla con più insistenza, grazie agli incontri che Italia Nostra organizza sul tema ed alle iniziative spontanee.
Prime fra tutte quella dei giovani studenti della Facoltà di Architettura di Ascoli, promotori di una raccolta di firme pro-ferrovia, da inviare al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la costituzione di un comitato cittadino a San Benedetto del Tronto.
In passato sono state molte le idee progettuali sulla costruzione di una tratta ferroviaria tra Adriatico e Tirreno, che fiancheggi l’antica strada romana Salaria, come quella del 1841, con un progetto a firma dell’architetto Marini di San Benedetto del Tronto. Altri progetti: Progetto Trevellini del 1878, Progetto Venturini del 1895, Progetto Ugolini del 1900, Progetto Benincasa del 1905, Progetto Amici del 1902-1907, Progetto De Baruffaldi del 1932, Progetto Italferr del 2003-2005, Progetto Università Roma Tre del 2003.
Anche quest’anno la sezione di Italia Nostra di Ascoli Piceno, ha organizzato il consueto incontro in occasione dell’anniversario del comizio che si tenne il 26 novembre 1903 per la “Ferrovia dei due Mari” o “Ferrovia Salaria”, nel capoluogo provinciale.
L’evento si terrà giovedi p.v., con inizio alle ore 17,30 presso la Libreria Rinascita.
“Non si tratta di una vuota perdita di tempo – dichiarano gli organizzatori – in quanto l’incontro vuole sollecitare l’attenzione della comunità e degli amministratori perché comprendano l’importanza vitale delle infrastruttura ferroviaria trasversale per ridare vitalità alle aree interne del Centro Italia.
Bisogna insistere e siamo certi che prima o poi anche i soggetti più scettici comprenderanno la fondamentale importanza della realizzazione del collegamento ferroviario tra l’Adriatico e Il Tirreno.
Importanza che è stata ben compresa da alcuni giovani che hanno costituito il Comitato “Un Treno per Roma” che al momento ha raccolto oltre 7000 firme di sostegno alla loro iniziativa. Come Sezione – continua la nota di Italia Nostra – siamo vicini a questi giovani e sosteniamo la loro attività e il loro impegno.
Quindi un caldo invito a partecipare all’incontro del 29 novembre. Come di consueto al termine della riunione abbiamo ritenuto di organizzare una cena presso il Ristorante LA LOCANDIERA in Via Trieste con un menù che riproduce, con alcune variazioni, quello organizzato dalla Provincia il 1903.
La cena, aperta alla partecipazione anche dei simpatizzanti, vuole essere anche una occasione di incontro per gli iscritti, che potranno anche rinnovare l’iscrizione all’associazione per il 2019″.
INFO: 333 8906957 – ascolipiceno@italianostra.org
Determinati e convinti sull’idea di realizzare l’importante e strategico collegamento ferroviario, i promotori della petizione, che è possibile sottoscrivere qui.
“Il territorio appenninico delle regioni Lazio e Marche – si legge in una nota – da tempo soffre di gravi carenze infrastrutturali ed economiche aggravatesi con i recenti eventi sismici. Lo spopolamento di questi territori, è ormai una realtà che si protrae dagli anni ’60, con l’emigrazione di massa verso la costa e le città più industrializzate.
Nel post-terremoto è ancor più chiaro il profilo di un territorio meraviglioso ma fragilissimo ed è evidente la necessità di nuove riflessioni, proposte ed idee che possano andare in parallelo alle risposte più immediate tipiche della fase emergenziale.
Non possiamo farci mancare una prospettiva ed una progettualità a lungo termine per non perdere di vista l’obiettivo: far rivivere questi luoghi.
Quali motivazioni possiamo quindi dare alle persone fuggite, o alle nuove generazioni per ritornare nei borghi colpiti dal sisma? Eppure, Acquasanta Terme, Arquata del Tronto, Accumoli ed Antrodoco non sono mai stati paesi così sperduti: tutti si collocano lungo ad un’arteria stradale, tra le più antichissime, la Via Salaria, un passaggio obbligato per poter raggiungere la Capitale e la costa orientale.
Nonostante ciò, hanno sopportato fino ad oggi un costante declino, frutto di politiche nazionali che non hanno mai creduto nella montagna e in tutte le floride realtà che la costellano.
Ecco una delle possibili motivazioni di cui sopra: un treno per Roma ed un treno per l’Adriatico. Ripartire, riavvicinandosi.
La parola d’ordine è dunque: rompere l’isolamento al quale sono stati relegati il reatino e l’entroterra ascolano nel rispetto delle loro bellezze paesaggistiche, naturali, storico ed artistiche.
Come? Rispolverando il progetto antichissimo, ma sempre attuale della Ferrovia dei Due Mari, risalente già al 1841 ma mai realizzato a causa di ostacoli di vario genere (contrasti sul tracciato da adottare, dissidi campanilistici con altre regioni, ostacoli burocratici ed economici) ed abituale promessa elettorale irrealizzata.
Oggi l’unico mezzo per raggiungere Roma o l’Adriatico è il trasporto privato su gomma con i costi ambientale ed economico che ne conseguono (vedi traforo del Gran Sasso): il treno è invece riconosciuto quale mezzo di trasporto tra i più sostenibili con un minor dispendio di tempo, impatto paesaggistico e quantità di emissioni di CO2 nell’atmosfera.
Ma ci pensate? Questo progetto era considerato come una spina dorsale per l’istituenda Italia Unita, di rilevanza strategica per un’intera Nazione, altro che sogno di troppa ambizione! Noi ci riproviamo, ma questa volta si fa per davvero: il treno passa una volta sola!”.