di Alberto Premici – Una notizia che fa ben sperare a chiusura di un anno complesso a livello planetario a causa di pandemia, guerra e crisi energetica. I fisici del Federal Lawrence Livermore National Laboratory in California sarebbero riusciti per la prima volta a ottenere più energia di quanta ne occorre per attivare il processo. Questo è quanto viene riportato negli articoli del Washington Post e del Financial Times, che per primi ne hanno dato notizia.
Il risultato, si legge nelle agenzie, “sarebbe stato ottenuto grazie al cosiddetto ‘confinamento laser’: circa 200 laser avrebbero portato a un effetto simile a quello generato dalla gravità, simulando l’avvio della reazione nucleare di fusione che avviene nelle stelle, Sole compreso’.
Per il Washington Post “si tratta di una pietra miliare nella decennale e costosa ricerca per sviluppare una tecnologia che fornisca energia illimitata e niente scorie radioattive, con molte meno risorse di quelle necessarie per sfruttare l’energia solare ed eolica”.
La fusione nucleare si basa sullo schiacciare due atomi insieme a velocità elevate per poi trasformare l’energia prodotta dalla reazione in elettricità in grado di alimentare case, industrie e uffici senza emissione di carbonio o scorie nocive nell’ambiente.
Il prof. Atzeni, docente dell’Università di Roma La Sapienza, esperto di fusione nucleare: “Il processo sfrutta potenti laser che fanno convergere più fasci simultaneamente su piccolo bersaglio, riscaldandolo e comprimendolo, fino a ottenere la reazione di fusione”.
“Inoltre si tratta di una tecnologia meno complessa rispetto a quella dei grandi reattori a confinamento magnetico: l’apparato sperimentale è un recipiente sferico dal diametro di circa dieci metri nel quale sono convogliati i fasci laser che puntano al centro, dove si trova il bersaglio, ossia una microsfera da circa un millimetro di diametro con un guscio al cui interno si trovano deuterio e trizio alla temperatura di meno 250 gradi”.
La scoperta, che potrebbe cambiare radicalmente tutte le strategie energetiche mondiali, in particolare in Europa, non avrebbe effetti a breve termine perché, secondo gli esperti, per arrivare alla produzione a regime di energia pulita attraverso questo metodo di fusione, occorrerebbero una decina d’anni, forse molti di più.
L’annuncio ufficiale sulla straordinaria scoperta è atteso per oggi in una conferenza stampa del Dipartimento dell’Energia statunitense.