(ap) – Ansie, insicurezze e paure possono prendere il sopravvento sulla nostra persona, agendo al nostro posto. Tutte le indagini e i rapporti, sia istituzionali che indipendenti, sono concordi nel segnalare una significativa impennata del problema riconducibile alle conseguenze del periodo storico che stiamo attraversando. Questa è la realtà documentata in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale (World Mental Health Day) che verrà celebrata il 10 ottobre. Molte le iniziative organizzate in tutt’Italia per sensibilizzare sull’importante argomento.
Vi è un estremo bisogno di servizi di salute mentale ben organizzati, con finanziamenti adeguati, che possano contare su un’adeguata dotazione di personale. Gli ostacoli da superare per la realizzazione di tali servizi comprendono, tra gli altri, la mancanza di finanziamenti e investimenti nella cura e nella ricerca sulla salute mentale, la scarsità di risorse umane qualificate, lo stigma sociale e la discriminazione.
“Gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici nel corso del 2020 ammontano a 728.338 unità con tassi standardizzati che vanno da 90,3 per 10.000 abitanti adulti in Sardegna fino a 195,4 nella regione Umbria (valore totale Italia 143,4). Gli utenti sono di sesso femminile nel 53,6% dei casi, mentre la composizione per età riflette l’invecchiamento della popolazione generale, con un’ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (69,0%).
In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni mentre la più alta concentrazione si ha nelle classi 45-54 anni e 55-64 anni (46,8% in entrambi i sessi); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe > 75 anni (6,7% nei maschi e 10,7% nelle femmine).
Nel 2020 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno (utenti al primo contatto) con i Dipartimenti di Salute Mentale ammontano a 253.164 unità di cui il 91,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita (first ever pari a 232.376 unità).
I tassi degli utenti trattati per gruppo diagnostico si evidenziano importanti differenze legate al genere. I tassi relativi ai disturbi schizofrenici, ai disturbi di personalità, ai disturbi da abuso di sostanze e al ritardo mentale sono maggiori nel sesso maschile rispetto a quello femminile, mentre l’opposto avviene per i disturbi affettivi, nevrotici e depressivi. In particolare per la depressione il tasso degli utenti di sesso femminile è quasi doppio rispetto a quello del sesso maschile (24,2 per 10.000 abitanti nei maschi e 40,4 per 10.000 abitanti nelle femmine)”.