di Alberto Premici – E’ dei giorni scorsi la notizia che vedrebbe la Cina alle prese con nuova ondata di Covid, con 65 milioni di casi a settimana stimati. Responsabile la nuova variante XBB di Omicron il cui picco verrà raggiunto a fine giugno, secondo Zhong Nanshan, considerato il massimo esperto cinese di malattie respiratorie, citato dal Global times.
Dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, riunita in assemblea mondiale a Ginevra in questi giorni, l’allarme prende corpo dalle parole del direttore generale Tedros Ghebreyesus: “La fine del COVID-19 come emergenza sanitaria globale non è la fine del COVID-19 come minaccia per la salute globale e resta il rischio di un’altra variante o di un altro agente patogeno emergente con un potenziale ancora più mortale”.
“Quando la prossima pandemia busserà, e lo farà, dobbiamo essere pronti a rispondere in modo deciso, collettivo ed equo. Esorto tutti gli Stati membri a impegnarsi in modo costruttivo e urgente nei negoziati sull’accordo sulle pandemie e sul Regolamento sanitario internazionale, in modo che il mondo non debba mai più affrontare la devastazione di una pandemia come il COVID-19″.
Ma non tutti sono d’accordo sull’allarme lanciato di una recrudescenza Covid, come Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unita’ epidemiologica all’Università Campus Biomedico di Roma: “Non so come facciamo a fare questa previsione, ogni modello matematico applicato al Covid specialmente a Omicron che ha grande varietà di sottovarianti, non funziona. Credo sia una previsione un po’ forzata, non la vedo assolutamente una cosa probabile proprio perché tutti i modelli, anche quelli più importanti hanno fallito, perché non è possibile modellare un virus che ha così tante variabili da poter mettere dentro un algoritmo, l’algoritmo stesso sbaglia, ti dà qualcosa che non è preciso”.