Don Argentino D’Angelo, parroco di Quintodecimo, è mancato improvvisamente mentre svolgeva la sua missione pastorale. Domenica mattina, 24 agosto, celebrata la Santa Messa a Favalanciata, mentre si recava in macchina a Quintodecimo per somministrare una estrema unzione e celebrare anche lì la Santa Messa, causa malore (sarà l’autopsia a chiarire la circostanza), ha perso il controllo dell’auto e si è schiantato contro una casa. Inutili i soccorsi: il sacerdote era già tornato alla Casa del Padre.
Don Argentino, nato ad Offida nel 1930, poco dopo l’ordinazione sacerdotale (aveva festeggiato i 50 anni di sacerdozio tre anni fa), è stato nominato Parroco di Quintodecimo, sostituendo Don Timoteo Pacilli.
Nei cinquanta anni di permanenza a Quintodecimo (parrocchia che comprende anche altri paesi, tra cui San Vito, Novele, Favalanciata), Don Argentino ha brillato per modestia e discrezione. Oltre ad aver insegnato religione, ha battezzato, unito in matrimonio e preparato alla Comunione, alla Cresima ed alla morte almeno due generazioni di parrocchiani. Ha anche insegnato a giocare a pallone a molti giovani, realizzando un piccolo campo sportivo.
Don Argentino ha continuato tutte le tradizioni di Quintodecimo, a cominciare dalla “Via Crucis vivente” (manifestazione ormai centenaria) che si svolge ogni anno la sera del venerdì che precede il venerdì santo. Ha sostenuto una nuova iniziativa che si svolge da almeno dieci anni: i Presepi artigianali nelle ex stalle di Quintodecimo.
Don Argentino ha favorito l’impegno costante di un gruppo di signore che si occupano dei problemi operativi ed organizzativi in modo disinteressato.
Don Argentino svolgeva anche compiti amministrativi nella Curia di Ascoli e scriveva sulla rivista diocesana “La Vita Picena” anche dopo l’incidente che ha avuto nella torre campanaria della Chiesa parrocchiale. Da allora viveva presso l’Istituto Santa Marta di Ascoli.
Don Argentino lascia una importante traccia a Quintodecimo. La Chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Piane, ricostruita tra il 1908 ed il 1910 da Don Paolo Rossi ed affrescata da Fra’ Paolo Mussini tra il 1910 ed il 1912, nel tempo ha subito gravi danni a causa di terremoti ed umidità (sorge proprio sul Tronto). Grazie all’interessamento di Don Argentino, la Chiesa è stata ristrutturata ed è tornata al suo antico splendore anche negli affreschi. Costo: circa un miliardo di lire. Un immenso grazie da tutti noi. Dopo l’autopsia, la Salma sosterà nella Chiesa parrocchiale di Quintodecimo per l’omaggio di noi, suoi parrocchiani. Le esequie dovrebbero svolgersi in Duomo ad Ascoli. Seguirà la tumulazione ad Offida. Come tutti i suoi parrocchiani, anche io, pur vivendo fuori da decenni, ringrazio Don Argentino per la sua opera e la sua amicizia. Certamente ora che è nella Casa del Padre, continuerà ad essere il nostro Parroco”. (Giuseppe Orsini)