“Il nostro mare non ha più inverno, la temperatura non scende ed è per questo che siamo arrivati a 530 specie indigene nel Mediterraneo, compreso il pesce palla che è velenoso, alla proliferazione delle alghe killer e a picchi di 60 milioni di meduse in Spagna”. L’allarme è stato lanciato da Silvestro Greco, coordinatore scientifico dell’Icram, l’Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare, in occasione della conferenza nazionale sui cambiamenti climatici. “La mucillagine – spiega Greco – è un fenomeno tipicamente estivo, ma quest’anno è comparsa in Adriatico il 21 gennaio”. Ed è proprio il Mar Adriatico a preoccupare maggiormente gli esperti “c’è il rischio che nei prossimi decenni si trasformi in una palude salmastra”. Sull’argomento si è espresso anche il Ministro dell’Ambiente, Alfondo Pecoraro Scanio “L’Adriatico rischia di fare la fine del Mar Nero, un bacino chiuso, che a una profondità di 150 metri è già morto. Si è innescato un processo con conseguenze potenzialmente devastanti. E – continua il ministro – prima che a qualcuno venga in mente di sprecare denaro pubblico proponendo di costruire delle gigantesche macchine per far circolare l’acqua dell’Adriatico, sarà bene ricordare che c’è un medico qualificato e gratuito: la natura. Bisogna calibrare l’attività umana per aiutare il mare. Ci vogliono fiumi più puliti e più abbondanti e una pesca intelligente che aiuti il processo di riequilibrio”. (web)

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