“CARO PRESIDENTE, NELL’AV n.5 NON CI SONO PIU’ NE’ CARROZZE NE’ CAVALIERI. VOGLIAMO FATTI , NON PAROLE. ”
di Mario Narcisi (*)
Ci eravamo illusi. Ci avevano molto colpito, favorevolmente, le critiche del Presidente Ceriscioli alla gestione della Sanità Regionale, che insistentemente continuava a ripetere ad ogni incontro-confronto nell’ambito della Campagna di ascolto dei Territori e le proposte che intendeva portare avanti.
E’ sua ammissione, da noi condivisa, che “ l’ASUR, in questi dieci anni, non ha prodotto i risultati sperati, non ha funzionato come un centro unico appaltante né come un unico centro di spesa. Oggi si paga il prezzo del frazionamento. Non c’è uniformità di comportamenti nelle Marche. Ogni Zona ha servizi diversi e il modello Marche Nord nella Sanità ha fallito. L’ASUR faccia l’ASUR.”
A fronte di queste dichiarazioni ci saremmo aspettati, dall’incontro della Piazzetta Democratica, che si rilanciasse l’idea dell’ Ospedale Unico del Piceno, l’unica reale possibilità per ridurre i doppioni dei reparti, gli sprechi delle risorse, i pericoli fatti correre ai pazienti e pareggiare le discrepanze esistenti nella sanità regionale tra nord e sud. Dov’è finita l’idea dell’Ospedale Unico del Piceno tanto cara ai suoi “sponsor” locali e ai Sindaci dell’AV5 che tanto l’avevano sostenuta nella campagna elettorale e di ascolto?
L’Ospedale Unico del Piceno per il momento non si farà. Neanche un progetto di fattibilità. “ E’ solo un foglio bianco”. “ Ora occorre accorpare e ottimizzare… e intanto è molto importante che sia stato nominato un Direttore di AV che vive in questo territorio”. Di questo siamo molto contenti e orgogliosi di avere avuto un Direttore di AV sambenedettese , com’è la Dr.ssa Giulietta Capocasa, a cui facciamo i nostri più sinceri auguri e felicitazioni ma siamo certi che presto anche lei si renderà conto delle difficoltà e disparità che i suoi concittadini del Piceno dovranno subire in tema di assistenza sanitaria.
Durante l’iniziativa politica del PD “Piazzetta Democratica” di S.Benedetto del Tronto , abbiamo sentito dire che “.. prima era l’economia che decideva le mosse della politica, adesso è il contrario” e che “ nella coalizione di governo ci sono diverse anime “..ma è chiaro che la base di tutto è il PD”.
Caro Ceriscioli, dov’è quel Sindaco di Pesaro che minacciava e si scagliava contro il suo assessore Mezzolani?
Certe affermazioni testimoniano la strategia gattopardesca di fare finta di voler cambiare tutto, senza in realtà voler cambiare nulla. Basta guardare quello che succede a Pesaro e il pressing di Ceriscioli sul Direttore Generale di “Marche Nord” per ripristinare la vecchia nomenclatura.
Affinché alle parole seguano i fatti, il Presidente dovrebbe chiarire, principalmente, alla popolazione cosa sono le Società Private dentro gli Ospedali pubblici della sua Provincia di Pesaro, altrimenti i suoi progetti non saranno credibili.
Finchè manterrà questa organizzazione della Sanità marchigiana con Ospedali Piccoli “svuotati ad arte” (quelli in provincia di Pesaro) e riempiti con associazioni pubblico private e Ospedali “monchi”, principalmente nella provincia di Ascoli, non si potrà parlare di Zone con uguali servizi e opportunità sanitaria per i singoli cittadini, come espressamente predicato dal Presidente.
Ricordiamo, se ce ne fosse ancora bisogno, che i piccoli Ospedali in prov.di AP furono tutti chiusi da tempo e che dalla prov. di Ancona in su non esistono Cliniche private.
La politica regionale di governo continua la medesima strategia distruttiva nei confronti della sanità pubblica per favorire i conflitti di interesse con la sanità convenzionata e con le associazioni pubblico private. Quando ci si riferisce ai conflitti di interesse si fa riferimento a questo tipo di sanità e non alla vera “sanità privata”, che , anche se involontariamente favorita dalla distruzione della sanità pubblica, viene scelta e pagata direttamente dai cittadini e quindi non ha alcun accesso al denaro pubblico !!.
Il business marchigiano della sanità convenzionata è una realtà molto importante nelle Marche e il pericolo del conflitto di interesse è altissimo e finchè non si risolverà “la questione della Sanità di confine” e “ la questione delle Determine “postume” Asur, approvate anche dalla Regione, “di recepimento” dei piani di acquisto delle prestazioni sanitarie della medicina convenzionata, la spesa pubblica sarà incontrollabile.
Domandate al Presidente Ceriscioli dove vanno a finire le entrate della “mobilità attiva” e le uscite della “mobilità passiva” ai confini sud e nord della Regione Marche.
Nelle Marche, tanto a Sud la mobilità attiva , quanto a Nord la mobilità passiva , interessano, quasi esclusivamente, la sanità privata convenzionata. E la sanità pubblica regionale cosa fa? Quali rimedi e/o provvedimenti prende?
La Legge attuale, che permette alle Marche di comprare dalle cliniche convenzionate del proprio territorio prestazioni per pazienti abruzzesi ed alla Romagna di comprare dalle cliniche convenzionate del proprio territorio prestazioni per pazienti marchigiani, favorisce fortemente questo traffico infernale.
Se fossero le Marche a dover comprare direttamente tali prestazioni dalla Romagna, gli Amministratori sarebbero costretti a spiegare il perché di tale scelta e non potrebbero nascondersi dietro un dito!!.
Se la Legge fosse cambiata, si risparmierebbero miliardi a livello nazionale!!!
Sapete quanti infermieri e medici si potrebbero assumere e quanta tecnologia si potrebbe acquistare nella sanità pubblica!!
Si potrebbe rendere efficiente e perfettamente integrata l’attuale rete assistenziale.
Si potrebbero bloccare gli artificiali trasferimenti di pazienti.
Si potrebbero risparmiare soldi per progettare i cosiddetti ospedali unici!!!
Un’altra assurdità è l’applicazione delle normative, più o meno applicate, della integrazione tra Ospedali a livello delle singole Aree Vaste.
Le tanto declamate Reti Cliniche sono saltate; non sono mai andate completamente a regime per la grande mole di lavoro (emblematiche le situazioni della Nefrologia, Radiologia, Ortopedia, ORL, ecc..) e poiché lo spostamento delle equipe mediche tra uno Ospedale e l’altro non si è mai potuto attuare per la carenza degli organici medici, non più rimpiazzati. La spesa per il personale è tornata ai valori del 2008. A doversi spostare, invece, da un Ospedale all’altro è rimasto solo il solito malato, “il malato a quattro ruote”.
Per le famose liste di attesa ben vengano le iniziative di portare l’uso delle macchine a 12-18 ore e integrare l’attività straordinaria delle varie specializzazioni ma non con “l’attività aggiuntiva” bensì con l’assunzione dello specifico personale sanitario, medico e infermieristico, necessario.
Cari Sindaci , che tra qualche tempo parteciperete alla Conferenza dei Sindaci dell’AV n.5, fino a quando non sarà realizzato uno Ospedale Unico del Piceno in un unico edificio ( pare che se ne parli “.. un po meno ad Ascoli..”) , i due Ospedali di Ascoli e di S.B.T. devono restare autosufficienti nei servizi di base sia dal punto di vista organizzativo che di risposta ai bisogni sanitari delle rispettive popolazioni e principalmente per dare una risposta uguale e uniforme alle acuzie su tutto il territorio. Solo così il Presidente potrà dare risposte alle sue affermazioni sul “frazionamento della sanità e la mancanza di uniformità di comportamenti nelle Marche”.
Restituisca efficienza all’attuale rete sanitaria, decida quali degli attuali Ospedali sono necessari, li renda veri ospedali, non mezzi ospedali, restituendo loro i servizi, il personale, la tecnologia necessari. Nulla contro l’integrazione…ma quella vera, non quella fasulla e distruttiva !!
“Caro Presidente, nell’AV 5 non ci sono più né carrozze né cavalieri !!!“
(*) Dott. Mario Narcisi – Ex Direttore del DEA dell’Ospedale di S.B.T. e Rappresentante territoriale dell’AAROI-EMAC.
San Benedetto del Tronto lì, 16-9-2015.