Prevenzione sismica e idrogeologica, miglioramento dell’efficienza energetica e sostegno alla ripresa socio economica delle aree colpite dal terremoto. Sono gli obiettivi del nuovo Asse 8 del Por Marche Fesr 2014/2020 finanziato con i 248 milioni di euro aggiuntivi stanziati dall’Unione europea e dallo Stato per favorire la rinascita delle zone terremotate marchigiane.
Il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), che sostiene il potenziamento della coesione sociale, ha ora una dotazione complessiva superiore a 585 milioni di euro, sommando le nuove risorse ai 337 milioni iniziali. La Giunta regionale ha definito le modalità attuative (Mapo) attraverso le quali assegnare le risorse aggiuntive: si tratta del programma operativo che individua sei filoni di finanziamento, con una priorità per le zone del cratere sismico. Alla ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione vanno 20 milioni di euro.
Al rafforzamento della competitività delle piccole e medie imprese sono destinati 80,5 milioni, mentre altri 61,2 sono orientati a favorire la transizione verso un’economia a bassa emissione di carbonio. L’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi sono favoriti con 58 milioni e 23,3 milioni serviranno a tutelare l’ambiente attraverso l’uso efficiente delle risorse.
Cinque milioni verranno destinati all’assistenza tecnica: in pratica tutte quelle attività di supporto, necessarie a garantire il raggiungimento dei risultati, qualitativi e quantitativi, prefissati dal Fesr. Complessivamente 100,5 milioni verranno dirottati sulle imprese e 142,5 milioni sulle opere pubbliche. “Abbiamo definito un pacchetto organico di interventi e di strategie per accompagnare la rinascita dei territori terremotati, valorizzando le opportunità offerte dai fondi aggiuntivi – commenta il presidente della Regione, Luca Ceriscioli – Vogliamo innescare un processo di ripresa economica e sociale partendo dal superamento delle fragilità già esistenti prima del sisma. Le aree sconvolte manifestavano, in passato, segnali di debolezza strutturale più accentuati rispetto al resto della regione. Partiamo, quindi, dalle fondamenta per offrire nuove opportunità e nuove infrastrutture all’area appenninica maggiormente coinvolta nel sisma”.
In breve tempo, afferma l’assessora alle Attività produttive, Manuela Bora, “abbiamo rese spendibili le risorse giunte dopo il terremoto, perché la rinascita non può attendere e necessita di disponibilità certe e facilmente utilizzabili. Per questo abbiamo ritenuto opportuno impostare un nuovo e separato Mapo, il terzo, con schede dedicate ai territori colpiti dal sisma, allo scopo di rendere più leggibile il documento e maggiormente fruibili le opportunità previste”.
La definizione delle schede (interventi) “Mapo” tiene conto del processo di ascolto del territorio e delle proposte pervenute nell’ambito del “Patto per lo Sviluppo e la Ricostruzione” – stabilito dalla Regione e coordinato da Istao – per definire una strategia di rilancio e sviluppo del territorio marchigiano.
Nell’ambito del Patto sono stati presentati complessivamente 135 progetti, dei quali 63 proposti dal settore pubblico (Enti locali, Anci, Altre Istituzioni e Università/Centri di Ricerca) e 72 da proponenti privati (Associazioni di categoria, altre associazioni e privati) che hanno come destinatari finali le imprese. Delle 28 schede (interventi) “Mapo”, 12 sono rivolte al sistema delle imprese, 14 ai beneficiari pubblici, 1 al recupero di un edificio con valore simbolico (la Collegiata di San Giovanni di Macerata), 1 per il marketing turistico. A queste vanno aggiunte altre 4 schede di supporto, necessarie per completare il finanziamento degli Investimenti territoriali integrati (Iti) urbani collocati nelle aree del cratere sismico.
La ripartizione dei 243 milioni disponibili (tolti i 5 destinati all’assistenza tecnica) segnala 100,5 milioni per gli investimenti delle imprese e 23,3 milioni per la cultura e il turismo. Sono invece 50 i milioni per la sicurezza sismica degli edifici pubblici (edilizia scolastica, universitaria, sanitaria) e 48,6 per la loro eco efficienza. Altri 12,6 milioni vanno alla mobilità sostenibile e 8 alla sicurezza idrogeologica.
Le strategie adottate prevedono una riduzione dei rischi per la popolazione migliorando la qualità ambientale e lo stato di conservazione del territorio (mobilità sostenibile per contenere l’inquinamento atmosferico e i consumi di energia fossile, manutenzione delle aste fluviali e riduzione del degrado idrogeologico). Contestualmente si innescheranno processi di ripresa del tessuto economico e produttivo per promuovere attività a più elevato valore aggiunto rispetto alle tradizionali basate sulle piccole imprese a dimensione familiare. Alcuni interventi potranno beneficiare di graduatorie già esistenti e non finanziati per carenza di risorse, approvando i progetti presentati da imprese localizzate nell’area del cratere, mentre le opere pubbliche varranno favorite con procedure concertate insieme agli enti interessati. (red)