Il Comitato Esecutivo dell’Abi ha approvato oggi a Milano il “Piano famiglie” dando mandato al Presidente dell’Associazione, Corrado Faissola, e al Direttore Generale, Giovanni Sabatini, di avviare le azioni necessarie a coordinare ed estendere le misure già in atto a sostegno dei rapporti di credito con le famiglie in difficoltà a seguito della crisi. Ai fini dell’attuazione delle misure individuate, verrà avviato un colloquio con Associazioni dei consumatori, Governo, enti pubblici e soggetti privati. All’interno del “Piano famiglie”, Abi ha deciso di offrire la possibilità di sospendere il rimborso delle operazioni di mutuo per un tempo di 12 mesi, nei confronti di famiglie disagiate quali:
– perdita del posto di lavoro dipendente a tempo indeterminato o termine del contratto di lavoro
dipendente a tempo determinato, parasubordinato o assimilato;
– cessazione dell’attività di lavoro autonomo;
– morte di uno dei componenti il nucleo familiare percettore del reddito di sostegno della famiglia;
– interventi di sostegno al reddito per la sospensione del lavoro (Cig e Cigs).
Con questo provvedimento, che sarà operativo da gennaio 2010, le banche che aderiranno potranno mettere a disposizione sul territorio un ulteriore efficace strumento di sostegno per le famiglie. In generale, con il “Piano famiglie” Abi intende coinvolgere interlocutori istituzionali e della società civile su tre principali obiettivi:
– innalzare la sostenibilità finanziaria delle operazioni di credito alle famiglie, adottando una misura di sospensione dei rimborsi di mutui in essere per i nuclei in situazioni di difficoltà oggettiva;
– gestire il confronto con i principali interlocutori pubblici e privati;
– coordinare e comunicare efficacemente gli strumenti di incentivazione già esistenti, molti dei quali costruiti in partnership con le pubbliche amministrazioni.
Il Piano si focalizza sulle misure oggi attive e relative alla sostenibilità della rata di mutuo per le famiglie che abbiano perso il reddito a causa della crisi; all’accesso a nuovo credito per garantire alcuni consumi primari; al sostegno per l’avvio di micro attività imprenditoriali o alla ricerca di nuova occupazione. Alcune di questi strumenti sono messi a disposizione dall’industria bancaria in modo autonomo (portabilità e rinegoziazione dei mutui), altri derivano da partnership con il Governo, le Regioni, i Comuni e la Conferenza Episcopale Italiana, che hanno istituito appositi fondi di garanzia o fondi a copertura di determinati oneri (interessi, commissioni ecc.), altri ancora da accordi con le parti sociali (convenzione per l’anticipazione Cig-Cigs). (Fonte: www.abi.it)