di Mario Narcisi (*)
(la Rianimazione a SBT fu aperta 11 anni prima che ad Ascoli)
Sinceramente non eravamo a conoscenza delle motivazioni addotte dalla Consigliera regionale dr.ssa Casini, rappresentante territoriale del Piceno, nonché Vicepresidente regionale, nella seduta n.122 del 5-2-19, in occasione della discussione della mozione n.413/18, presentata dal consigliere Giorgini, per la richiesta del ripristino dell’UTIC all’Ospedale di SBT e bocciata anche dal consigliere Urbinati .
Le abbiamo apprese nel corso del Dibattito sull’Ospedale Unico dell’Av 5 andato in onda, la sera del 17 Agosto, alla Festa Rossa nella Pineta di via Zara a SBT.
Sentire e leggere le parole della vicepresidente regionale Casini “ Ringraziamo Dio che non ci sia l’Utic a San Benedetto, perché senza la Rianimazione è pericolosissimo ” è stata una notizia clamorosa, assolutamente una affermazione fuori posto e inappropriata, frutto di una superficialità, impreparazione che non si addice al ruolo che la Consigliera ricopre e che lascia trapelare una certa indisponibilità a voler incanalare nel giusto verso la risoluzione dei gravi problemi che caratterizzano la Sanità pubblica dell’AV5.
Se degna di nota è la motivazione data dal Consiglio Regionale in ordine al respingimento della mozione sul ripristino dell’Utic all’Ospedale di SBT , altrettanto pensiamo che sia doveroso far sapere alla Popolazione del Piceno e ai Consiglieri regionali delle Marche che la Rianimazione dell’Ospedale di San Benedetto del Tronto fu aperta nel 1978 e ancora gode di buona salute , quella di Macerata nel 1988 e quella di Ascoli Piceno nel 1989 e che la Cardiologia – Utic del “Madonna del Soccorso” fu aperta nel 1974 .
Erano entrambi i Reparti sambenedettesi, sia della Rianimazione che della Cardiologia-Utic , in ordine cronologico, le terze realtà delle Marche dopo quelli dell’Ospedale regionale di Ancona e quelli di Pesaro.
Il rischio di ridimensionamento della Cardiologia , nonostante le rassicurazioni apparse sulla Stampa locale in questi giorni, appaiono ancora concrete. Apprendiamo ora che la situazione dell’Utic all’Ospedale di San Benedetto del Tronto non si è ancora risolta e che rischia effettivamente lo smantellamento.
Occorre al più presto uscire dall’equivoco e dal conflitto procurato dalla emanazione di due Delibere che riguardano e che hanno interessato il Reparto della Cardiologia-Utic di San Benedetto del Tronto. La DGR n.1695/2018 che individua la Rete telematica per la Gestione delle Sindromi Coronariche Acute della Regione Marche e la Del. n.481/2-8-2016 dell’AV5 che assegnava all’U.O. di Cardiologia dell’Ospedale di San Benedetto del Tronto l’indirizzo riabilitativo, privandola al contempo dell’Utic .
Contro tale disposizione e interpretazione l’AAROI-EMAC espresse e ancora ribadisce tutta la sua contrarietà poiché era ed è inconcepibile tenere aperto un Reparto di Cardiologia riabilitativa a valenza regionale, che deve praticare la riabilitazione cardiologica , in regime di ricovero e ambulatoriale, di pazienti dimessi per sindrome coronarica acuta, di pazienti cardio-operati, di pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico e che inoltre gestisce l’acuzie cardiovascolare inserita nella rete cardiologica dell’AV5 e all’interno del DEA di 1°liv. dell’Ospedale di SBT, senza la presenza di una Unità di terapia intensiva cardiologica . E’ da irresponsabili.
Sperando che le voci che circolano in questi giorni sulla probabile chiusura dell’Utic all’Ospedale di San Benedetto del Tronto siano infondate, auspichiamo il ripristino delle potenzialità dell’offerta sanitaria dell’ Ospedale “Madonna del Soccorso” e chiediamo per il futuro che il riordino della Rete ospedaliera del Piceno avvenga secondo le regole e gli indirizzi della Legge.
(*) Ex Direttore del DEA dell’Ospedale di S.B.T.e Rappresentante provinciale dell’AAROI-EMAC (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani e Medici dell’Emergenza Accettazione).