di Mario Narcisi – Ripetutamente, da alcuni giorni, assistiamo alle notizie sulla stampa locale che va avanti, imperterrito come da programma, l’obiettivo e il progetto della Regione di ridurre l’Ospedale di San Benedetto del Tronto a un “Ospedale di bassa complessità”.

A tal proposito ricordiamo le parole del presidente Ceriscioli in occasione delle sue partecipazioni alle “inaugurazioni” di reparti già esistenti nell’Ospedale cittadino, con cui annunciava che essi erano funzionali per una sanità migliore marchigiana che si faceva altrove e che all’Ospedale di SBT spettava il compito di assistere le post-acuzie, le sub acuzie e la fragilità, come lasciava intuire la omertosa DGR n.1357 del 31-10-2012 sulle 6 Reti omogenee Assistenziali (1-Rete Omogenea Marche Nord, 2-R.O.Area metropolitana,3-R.O.Inrca Osimo,4-R.O.Polo tecnico montano, 5- R.O.Centro Marche, 6-R.O.Marche Sud, in cui non si specificava nulla) e le dichiarazioni dell’ex On.Agostini, contestate dal PD sambenedettese il 29-4-2019, che relegava il “Madonna del Soccorso” a un presidio sanitario utilizzato “per consultori, diagnostica, RSA, e spazi per l’Hospice” .

Tanto sta accadendo all’ospedale e il titolo dell’articolo sulla cronaca locale del Corriere Adriatico del 19 Novembre scorso “L’Ospedale si tinge di verde” ne rappresenta il contenuto.

Mai colore sarebbe stato più appropriato per tinteggiare l’intero stabile ospedaliero cittadino dandogli una immagine rassicurante di “quiete” e “speranza”, appropriata alla funzione a cui esso è stato destinato dalla politica regionale.

Non avremo più l’Ospedale “Madonna del Soccorso” come i nostri padri intesero chiamarlo giustamente. Di ..“soccorso”, ormai, ha poco o niente. Avrà solo un Parco Ambulanze più ampio. E quello che più sgomenta è che questa trasformazione i nostri rappresentanti regionali la stanno realizzando ancora prima che siano ripristinati i reparti fondamentali ospedalieri di regola adibiti alle acuzie.

Non possiamo affidare la salute di tutta questa popolazione della costa, così numerosa, a rocambolesche e molte volte inutili corse in Ambulanze in Ancona.

Ecco perché questo territorio sambenedettese e della Riviera, privato più di ogni altra parte delle Regione di copertura sanitaria pubblica ospedaliera, necessita, ora più che mai, di un Ospedale nuovo di 1° livello per acuti che sia di riferimento per tutto il Piceno.

Continuiamo a ripetere che l’Hospice, che sarà inaugurato come annunciato, prossimamente, all’interno del nostro Ospedale, non è nato come un Reparto ospedaliero.

Di solito, come ci hanno insegnato, è una entità a parte, realizzata come Residence, circondato da ampi spazi verdi, immerso nella natura e progettato per essere vivibile da parte di tutti gli ospiti.

L’Hospice non è un luogo dove si va a morire ma a vivere meglio una fase terminale di una malattia incurabile. Come mai l’Hospice, se fosse “regolato da normative nazionali così stringenti”, come viene dichiarato dall’ex capogruppo del PD in Regione, non è presente all’interno dell’Ospedale di Ancona, dell’Ospedale di Pesaro, dell’Ospedale di Teramo, ecc.., mentre sarà presente, nel Piceno, guarda caso, all’Ospedale di San Benedetto del Tronto, per garantire l’area socio sanitaria della fragilità che mancava stranamente nel Piano Marche Sud della DGR n.1357 ?

Del resto, come rivelato dal Consigliere regionale Giorgini, il Presidente Ceriscioli sottolinea che nel Piceno tutto è stato deciso dai politici del Territorio. Affidiamo queste riflessioni al dibattito pubblico !


(*) Ex Direttore del DEA dell’Ospedale di S.B.T.e Rappresentante provinciale dell’AAROI-EMAC (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani e Medici dell’Emergenza Accettazione)

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