di Alberto Premici | OFFIDA – Dopo l’integrale sostituzione della pavimentazione e la realizzazione delle opere accessorie, sabato 21 luglio 2018, verrà restituita a cittadini e turisti, la storica Piazza Valorani.
E’ un luogo caro a molti offidani, oggi adulti, perché inevitabilmente evoca tanti ricordi della loro adolescenza, oltre ad essere stato spazio importante per il commercio al minuto durante i mercati. Ancora qualcuno ama chiamarla “spià de le cocc“, proprio perché spesso vi si potevano acquistare oggetti in terracotta o simili.
Insieme a Piazza XX Settembre e Piazza Beniamino Forlini, Piazza Valorani fa parte degli spazi più importanti sotto l’aspetto storico-urbanistico, posti ai vertici della suggestiva triangolare Piazza del Popolo.
Lo spazio è delimitato da importanti palazzi offidani e, leggermente decentrata, svetta la fontana a base ellittica detta “del mietitore”, realizzata nel 1800 presso una fonderia francese.
Quest’opera, in stile classicheggiante, rappresenta un giovane agricoltore che stringe al fianco un falcetto poggiato su un fascello di spighe. Immediatamente sotto, due baccinnelle, dalle quali fuoriesce acqua.
La piazza è intitolata al medico e professore Vincenzo Valorani, nato il 5 maggio 1786 a Cantiano (An), ma allevato in Offida dalla nonna paterna fino all’età di 11 anni.
Conseguì la laurea in medicina a Bologna oveintraprese la carrierauniversitaria, fino ad occupare la cattedra di clinica medica nellostessoateneo.
Oltre ad essere valente clinico, si ricorda la sua importante attività di letterato e poeta. Nel 1851 fu stampato presso la tipografia Sassi dello Spaderio, in Bologna, un volume di poesie intitolato “Versi”.
Per tale pubblicazione gli fu assegnata, dal pontefice Pio IX, una medaglia d’oro e concessa la decorazione dell’ordine equestre di S.Gregorio Magno.
Amò sempre Offida che considerava la sua vera patria e dove trascorreva lunghi periodi di riposo.
Si spense a Bologna l’8 novembre 1852, lasciando tutti i suoi averi ai poveri di Offida ove, a ricordo, è dedicata appunto la piazza che verrà inaugurata sabato.
La sua ispirazione trasse motivo dal contatto con la nobiltà e la società che contava dell’epoca. Così si spiegano sonetti scritti per onorare cariche, plaudire onorificenze o ricordare avvenimenti importanti.
Spirito profondamente cattolico portò nei suoi versi un contenuto di convinta religiosità. Apprezzò molto la natura che cantò, con grazia, nei suoi aspetti paesaggistici e nei valori dei suoi contenuti. Il suo verso scorre facilmente, senza ricercatezza, in modo spontaneo e spesso con rima.
L’approccio con la lingua italiana, valido e corretto, non indulge a forme o flessioni dialettali. Si scopre infine una profondità di pensiero, frutto di una preparazione culturale ed umanistica.