di Alberto Premici – Secondo quando dichiarato dal Presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Fabiani, oggi doveva essere il giorno, tanto atteso, della riapertura al transito della S.P.Mezzina, a conclusione dei lavori appaltati.
Niente di tutto ciò e lo stato d’avanzamento dei medesimi non lascia neanche ipotizzare se e quando i cittadini del territorio, in particolare gli offidani, avranno di nuovo la “concessione” di raggiungere la Salaria, percorrendo una strada sufficientemente sicura.
Attualmente si è costretti ad utilizzare la stretta e pericolosa S.P.Collecchio, dove passa di tutto, dai ciclisti agli autoarticolati. I rischi corsi finora sono altissimi, su una strada che non ha neanche la striscia di mezzeria. Al riguardo nell’ordinanza del 7 novembre 2020 si leggeva che “in conseguenza dei lavori che interessano la Mezzina, la Provincia ha stabilito, in una seconda ordinanza, alcune prescrizioni particolari per la SP. 176 Collecchio, che vedrà crescere i flussi di traffico come arteria di collegamento prevalente dell’abitato di Offida con la Vallata del Tronto. Essendo la carreggiata di questa strada di modeste dimensioni e con varie curve, in via precauzionale, il Servizio Viabilità ha istituito il divieto di transito, nel tratto compreso dal km. 0+100 al km 8+150, ai veicoli o complessi di veicoli di lunghezza superiore ai 12 metri e alle biciclette. L’ordinanza entrerà in vigore sempre da lunedì 9 novembre”.
Quindi niente autoarticolati e biciclette. L’ordinanza prevedeva la chiusura della Mezzina dal 9/11/2020 al 30/04/2021, ora siamo arrivati al 30/09/2021, ed è ancora interdetta al traffico. La fine dei lavori dal punto di vista contrattuale è stabilita al 30 ottobre 2021, ma a meno di miracoli, per quanto resta ancora da fare, sembra non poter essere rispettata.
Monta la giusta protesta dei cittadini che sui social, tra l’indignazione e l’esasperazione, puntano il dito contro l’ente appaltante dei lavori della S.P. n. 43 Mezzina (dal Km. 6+010 al Km. 8+000 vecchia Fornace di Offida) e l’impresa aggiudicatrice delle opere.
Al momento, considerando anche l’arrivo dell’autunno con le inevitabili piogge e lo stato dei lavori (asfaltatura solo per metà carreggiata, opere d’arte, segnaletica orizzontale e verticale, collaudi, ecc.) è solo un’incognita, aggravata dal fatto che nessuno dei responsabili ha dato spiegazioni e certezze, dopo la nota stampa del 7 u.s. in cui veniva annunciata la riapertura del tratto stradale, proprio per oggi.
Dura la replica del sindaco di Offida, Luigi Massa: “Lo scorso 8 settembre a seguito di una mia richiesta pubblica, seguente ad un’ordinanza provinciale di ulteriore proroga di chiusura, di avere dalla Provincia la definizione della data di riapertura della Mezzina, il Presidente Sergio Fabiani con una nota stampa diede notizia e impegno sulla riapertura allo scadere del 30 settembre.
Un impegno che sarà disatteso. Ancora una volta si è creduto di operare con colpevole, a questo punto, noncuranza degli impegni presi nei confronti del territorio e dei cittadini di Offida e non solo.
La noncuranza ulteriore è che nessuna comunicazione ufficiale è giunta nè tantomeno mi è arrivata dal Presidente Fabiani, non una telefonata, non una riga. Nemmeno il minimo di rispetto istituzionale che sarebbe doveroso per chi assolve al ruolo di Presidente di Provincia titolare della realizzazione di un’opera di quella importanza la cui riapertura sconta quasi tre mesi di ritardo sul cronoprogramma iniziale, con l’aggravante degli annunci disattesi.
Presidente Fabiani se questo è il modo di operare della Istituzione che rappresenta quale credibilità crede di avere?Il rispetto dei cittadini e di un Sindaco come lei in quale recondito spazio della sua consapevolezza alberga?
Certo il Comune non può sostituirsi nella rappresentazione di questa sua responsabilità. Una cosa può fare il Comune, e lo farà, verificare tutte le possibilità per tutelare giuridicamente l’Ente ed i cittadini verso un danno emergente il cui protrarsi è responsabilità solo della Provincia e che è aggravato da comunicazioni di riapertura totalmente disattese di cui non si comprendono le motivazioni.
Tradire la fiducia è forse la più grave delle evidenze in questa vicenda e, per quello che mi riguarda, la fiducia di quanti rappresento è il valore più alto del mio impegno istituzionale”.