di Alberto Premici
Nel primo numero dell’antica testata Ophys, diretta da Guglielmo Allevi, datato 3 dicembre 1891, venivano riportate, tra l’altro, molte notizie di cronaca locale.
Quella che segue evidenzia la vivacità culturale d’un tempo e cita personaggi offidani sui quali andrebbero approfonditi studi e ricerche. Ho trovato gradevole inoltre lo stile gli articoli.
Vi riporto in estratto:
Offidani in America – Oltre l’esimio artista Gaetano Vannicola, onore e vanto della nostra città, il quale in pochi mesi di residenza a Buenos Ayres ha condotto a termine pregiati ed importanti lavori di pittura, da meritarsi grandi elogi in tutti i giornali americani, abbiamo un altro giovane che si fa onore, Giovanni De-Santis partito pochi mesi or sono per Cartagena (Stati-uniti della Colombia) ad assumere la direzione della banda musicale. Tolgo dal giornale ebdomadario (settimanale – ndr) “La Justicia” il brano che si riferisce al nostro concittadino. “I pochi musicanti della banda militare istruiti dal Prof. Giovanni De-Santis suonarono con molta espressione e con isquisito gusto. I pezzi furono molto bene scelti e la esecuzione non poté essere più brillante. Noi ci rallegriamo di vero cuore col sullodato Professore per il felice esito; e tanto più felice, in quanto che in si breve lasso di tempo ha di gran lunga superato l’aspettazione. Inoltre gli facciamo i nostri più sentiti ringraziamenti per il “Saluto a Cartagena”, brillantissima Polka Marcia, che si degnò di scrivere per aggiungere maggiore gaiezza alla festa. Lo stile maestoso ed imponente di questo pezzo magistrale dovea produrre il suo effetto. Infatti tutti i presenti dettero segni non dubbi di approvazione e infine applaudirono freneticamente. Seguiti Sig. De-Santis, nella via intrapresa e presto s’acquisterà la simpatia di tutti gli abitanti di questa colta città. La redazione dell’Ophys concludeva: “All’amico lontano i nostri rallegramenti”.
In altri numeri ho trovato brevi notizie di cronaca nera. Nel n. 50 dell’8 gennaio 1893 si dava conto di un’aggressione. Particolare il passaggio relativo ai beni derubati al malcapitato:
“Domenica scorsa il colono Emidio Gabrielli, dopo essere stato ad augurare il buon capo d’anno alla sua fidanzata Angela Vagnoni, faceva ritorno alla sua casa verso le cinque del pomeriggio. Giunto poco oltre la chiesuola di S.Barnaba sulla strada rotabile, che da Offida conduce a Castignano, si sentì all’improvviso prendere alle spalle da un individuo che lo gettò in terra, mentre altri quattro gli si fecero sopra derubandolo di un fazzoletto con entro una pasta dolce, volgarmente fristingo, dono della sposa, del portafogli contenente lire 20 che portava nella tasca interna del corpetto. All’indomani di buon’ora il nostro solerte Brigadiere dei Reali carabinieri operò l’arresto di un tal Davide Ciotti già pregiudicato e che vuolsi sia stato quello che ebbe a gettare in terra il Gabrielli, e di Giuseppe Cicconi entrambi riconosciuti dall’aggredito e da un testimonio. Gli altri sono tuttora ignoti.
Dall’Opyhs n. 25 del 10 luglio 1892, … scherzi e fucilate: “Nel decorso gennaio alcuni giovinotti di Colli del Tronto si recarono alla frazione Pagliare in quel di Spinetoli per fare la cosiddetta scampanata ad un vedovo che voleva per la seconda volta gustare le gioie del matrimonio. Nacque un tafferuglio con accompagnamento di fucilate, sassate e bastonate. Conseguenze: una costola rotta, una testa ammaccata e qualche altra lesione.(….) Il Pretore condannava i 14 accusati parte a 15 e parte a 30 giorni di reclusione.
Dall’Ophys n.24 del 3 luglio 1892, … botte da orbi: “Brandimarti Leonardo, Carosi Antonio e tre loro compagni, tornando giovedì scorso, un po’ alticci da una gita a Cossignano, vennero alle mani per futili motivi, presso la Chiesa di S.Barnaba; credo li mettesse in malumore la vista dell’acqua in quella fontanina. Conseguenze della rissa furono: una ferita al naso riportata dal Brandimarte, giudicata guaribile in 5 giorni e una d’arma da taglio riportata in una mano dal Carosi, giudicata guaribile in 15 giorni con riserva.
Dall’Ophys n.20 del 6 giugno 1892, … una madre sciagurata: “Capriotti Adelina, seguendo l’uso tanto in voga presso il popolino del nostro paese, somministrava ad un suo bambino di 3 mesi, una dose così forte di papavero, che il poverino ne moriva avvelenato. Fattasi ieri dai sanitari l’autopsia del cadaverino, si è constatato che la morte è stata prodotta da avvelenamento d’oppio, l’alcaloide al quale il papavero deve la sua proprietà sonnifera. O madri incaute e snaturate, servirà almeno di ammonimento alla vostra cecità e alla vostra brutale caparbietà, questa vittima innocente di uno uso selvaggio a voi tanto caro?“.
Veramente altri tempi. Leggete cosa riportava Ophys nel numero 13 del 17 aprile 1892: “A costo di farvi venire l’acquolina in bocca, vi do la fausta notizia che le quaglie son tornate. I cacciatori hanno il diritto di dar loro la caccia fino al 20 maggio. Buon divertimento!!“