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La segnalazione-protesta del Dott. Alessandro Seghetti 

Dopo le potature “a candelabro” segnalate nei giorni scorsi in alcune zone del territorio Ascolano, ad Offida qualcuno ha pensato di andare oltre adottando una nuova tecnica: la potatura “a totem”. Questa viene applicata in vicinanza di particolari manufatti architettonici di pregio e storici quali ad esempio “La fontana del Trocco” di epoca romana, oppure nei pressi del cimitero lungo il viale d’ingresso al paese, nella bambinopoli; e rigorosamente applicata ogni due/tre anni ci attendiamo quindi che il prossimo anno sia la volta delle piante di viale IV novembre. I tagliatori di legna si accaniscono sulle piante, senza alcuna attenzione per i principi di fisiologia vegetale e di arboricoltura ne per gli aspetti estetici e paesaggistici. Si assiste, dunque ad una palese contraddizione: da un lato spuntano da tutte le parti corsi di formazione sulla potatura delle piante, dall’altro c’è chi cerca di dimostrare che il sistema più sbrigativo per gestire il patrimonio arboreo lungo le strade, nelle campagne, nel verde urbano pubblico e privato sia quello di trasformare la complessa “architettura” della pianta progettata dalla natura in modo mirabile, in pali di legno con al massimo qualche spoglia branca.
Gli errori di questa “capitozzatura “ su alberi ornamentali sono stati ampiamente dimostrati dall’intero mondo scientifico, anche se qualcuno ad Ascoli “gradiremmo sapere il suo nome”, in merito allo scempio attuato sul suggestivo filare di olivi ornamentali di via sparvieri, riportato dai quotidiani locali, ha difeso l’intervento. Ad Offida la situazione del verde urbano non è migliore: è triste notare l’insensibilità nei riguardi delle piante, trattate come accessori inutili o talvolta fastidiosi e, pertanto, da potare il più velocemente possibile, con metodi che non presuppongono alcuna competenza e che necessitano solo di una motosega ed un camioncino per ricavare qualche quintale di legna. Non si pensa che gli alberi monumentali, i viali alberati, i giardini, le aiuole costituiscono un importante “biglietto da visita”, l’indice dello stato culturale della città in grado di dare risalto agli aspetti storici, artistici, folcloristici, eno-gastronomici. Il fatto che dopo una drastica potatura le piante riprendano l’attività vegetativa in modo vigoroso non può essere considerato un dato a favore della “capitozzatura”, ma è il sintomo della reazione della pianta che cerca di sopperire alla situazione di grave squilibrio fisiologico indotta dall’uomo. Inoltre, le grandi ferite inferte costituiscono la facile via di penetrazione degli agenti patogeni, le piante invecchiano più precocemente con rischi maggiori di caduta oltre a rendere squallido il paesaggio circostante.
Offida 16/04/2007
Dott. Agr. Alessandro Seghetti – Responsabile del giardino Botanico ITA

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