Forte Malatesta, nel cuore di Ascoli Piceno, è senza dubbio uno dei più splendidi esempi di architettura fortificata d’Italia. Secondo storici e studiosi, nel sito dove sorge il forte erano presenti delle terme, in cui si potevano godere i benefici delle acque salmacine di Castel Trosino, ricche di zolfo e conosciute già in epoca romana. Fu Galeotto Malatesta di Rimini ad erigevi un complesso fortificato nel 1349, dopo che gli ascolani lo avevano assoldato per combattere Fermo; ben presto però il Capitan Generale dell’Armi Cittadinesche si trasformò in tiranno, compiendo insieme ai suoi armigeri, ogni genere di angherie, come quando rinchiuse nelle segrete del forte il Vescovo Bindi, che ne aveva denunciato i soprusi.
Il crescente malcontento degli ascolani e numerosi tentativi di far fuori il Malatesta, costrinsero quest’ultimo ad ordinare molte esecuzioni capitali in pubblica piazza; fra le vittime illustri Francischo de messer Parisano et Acavico de Jacobo de Libirtino, decapitato in Piazza Arringo, Silvestro de messere Bon Giovando e Jacubutio de Cabirtino”, a Campo Parignano. Seguirono anni in cui Galeotto, per arginare l’ostilità degli ascolani, iniziò una sanguinosa repressione anche nei confronti dei popoli montani, e durante i quali subì numerose imboscate ed attentati, uscendone sempre illeso. Il popolo esasperato tentò un assalto al forte, riuscendo ad espugnarlo e costringendo il tiranno a fuggire dalla città per sempre.
Nel 1540 Papa Paolo III Farnese conferì incarico ad Antonio da Sangallo il Giovane, di ampliare e completare il forte, riunendo i resti delle precedenti edificazioni. Seguirono altri restauri nel 1600 e nel 1797, anno in cui il forte fu utilizzato come caserma. Per un lungo periodo poi, dal 1828 al 1978, il plesso ospitò il carcere giudiziario. Tanta storia quindi intorno a questo meraviglioso monumento, testimone austero di un passato bellicoso, oggi splendida struttura museale polivalente. Davvero da non perdere e visitare magari nel periodo di vacanze natalizio, per regalarci momenti intensi immersi nella storia, nell’architettura e nell’arte picena.
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p align=”right”>Alberto Premici – per Piceno33