« Ogni volta che si correva ad Imola spariva per alcune ore senza dare spiegazioni. Però puntualmente era così, ad ogni vigilia del Gran premio di Imola o dei test privati e nessuno sapeva niente».
Poi però si è saputo? anzi l’ho saputo?
«È il lunedì successivo alla tragedia, vado in pista, sul luogo della morte ci saranno almeno duemila persone, quando mi si avvicina un signore. “Sono un medico dell’ospedale di Imola – mi dice – stanotte ho sognato Ayrton che mi diceva di portarle la cassetta”. Ho scoperto dove andava Senna tutte le volte che veniva ad Imola».
E dove?
«In ospedale a trovare un ragazzino in coma e ogni volta registrava la sua voce perché secondo i medici la ripetizione periodica di un messaggio poteva permettere ad una persona di passare da un coma profondo ad un coma vigile».
E la cassetta cosa conteneva?
«C’era Ayrton che si rivolgeva al ragazzo in coma: “Massimo, svegliati, vieni in pista che ti spiego le marce e ti faccio parlare con gli altri piloti” . Quel ragazzo ora ha 36 anni, vive in ospedale, capisce tutto e grazie all’ausilio di particolari strumentazioni riesce anche a comunicare».
Perchè Ayrton non voleva mai pubblicizzare questo suo animo spirituale?
«Era una sorta di prete laico, un animista dove religione e fede convivevano con grande spiritualità Era molto brasiliano in questo senso e non voleva reclamizzare questa sua vocazione perchè nell’ambiente non l’avrebbero capito».
Praticava la fede ma soprattutto la metteva in pratica…
«Esattamente. Mi diceva sempre che voleva vincere più di Fangio e diventare famoso non per i trofei e l’ambizione ma per poter parlare con i grandi della terra e poter chiedere aiuti concreti per i bambini delle favelas. Un animista che sapeva andare oltre la preghiera».
Una morte, quella di Senna, che ha sconvolto il mondo…
«Ci sono alcuni avvenimenti che fanno parte della memoria collettiva: lo sbarco sulla Luna, l’assassinio di Kennedy, le Torri Gemelle, la caduta del Muro di berlino e appunto la morte di Ayrton.
Basti pensare che in questi giorni a Imola per il tributo al pilota sono accreditate 21 emittenti televisive, 80 radio, e decine e decine di testate giornalistiche. Tutti, ma proprio tutti hanno voluto contribuire a questa manifestazione compreso un signore che ha portato qui la safety car di quella gara».
L’erede di Senna è stato Schumacher: ora il pilota tedesco è in coma per un banale incidente sciistico. La maledizione continua. Che rapporto avevano i due campioni?
«I campioni riconoscono subito chi sarà il “capobranco” di domani e Senna intuì che Schumi sarebbe stato il suo successore , aveva individuato nel tedesco un futuro primo della classe. Però morendo Senna ha tolto a Schumacher la possibilità di superarlo».
C’è commozione nella voce di Zermiani, sono passati vent’anni ma è come se fosse ieri.
Ezio Zermiani 2004.